Negromante in azione Pt. 2

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~Lotaç
view post Posted on 3/2/2012, 15:41




Narrato
"Pensato"
Parlato



Dopo aver riletto ben due volte la lettera arrivatagli Dante scese da casa per andare a Rigmont City, alla piazza del mercato, dopo poco iniziò a correre, doveva fare presto.
I non-morti avevano cominciato l'assedio, c'era bisogno dell'intervento di alcuni mercenari e il ragazzo non poteva tirarsi indietro, era una questione di onore.
"Vivere o morire non ha senso
ma di quelli neanche il seme deve restare"

il pensiero del ragazzo lo ricondusse ad un suo caro amico, che una volta dovette affrontare un esercito di creature da solo per difendere la sua amata. Non tornò mai da quello scontro, rimase lì con il sangue che zampillava dal petto.
Arrivò velocemente alla piazza del mercato di Rigmont City dopo aver imboccato una strada sconosciuta che gli avrebbe permesso di arrivare prima, in quella strada le signore anziane stavano chiacchierando e urlavano vistosamente, parlavano a proposito dell'attacco dei mostri e su come potersi salvare dall'invasione.
Il ragazzo giunse alle porte della città, dove le guardie combattevano contro i non-morti e cercavano di non farli entrare in città.
La guerra era iniziata e Dante realizzò dopo poco che quella missione era ardua da affrontare. Il giovane ragazzo notò un accampamento dove probabilmente i soldati feriti si stavano facendo curare. Si avvicinò velocemente, e con il fiatone chiese ad alta voce
Sono qui per aiutarvi, sono un mercenario, con chi devo parlare per avere i miei ordini?
dopo aver parlato si sarebbe avvicinato ad un soldato ferito, egli aveva un taglio lungo il petto abbastanza profondo.
Gli chiese se stesse bene e se avesse bisogno di aiuto, ma il soldato rispose che ci stavano già pensando e che Dante doveva fare il suo dovere, farlo ma bene.
Intanto a poche centinaia di metri si sentivano grugniti feroci dei non-morti che continuavano la loro avanzata, alcuni di questi si lanciavano di peso contro le guardie per sbranarle vive, avevano una ferocia negli occhi mai vista, era incredibile. Mai visto un evento simile.
"Oh mio dio!"
disse il ragazzo nella sua testa, era pericolosa, troppo forse, quella missione per lui. Non sarebbe sopravvissuto e lui iniziava a realizzare che sarebbe stato meglio andarsene, ma preferì restare sia per onore sia per il bene del paese. Era giusto fare la propria parte, e poi morire così sarebbe stato onorevole per lui.
Sono troppo giovane per morire..
 
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GidanTribal
view post Posted on 3/2/2012, 23:08




- Parla. Cosa ti ha detto il tuo amico?
- N-N-Niente!
- Vuoi fare la sua stessa fine? Dimmi ciò che ti ha detto.
- Uno stregone vuole attaccare la città con un esercito di non morti. Arruola persone, e paga bene.
- Dov’è ora?
- Ha detto in un boschetto poco lontano da qui, vicino alle mura.
- Bene...

Disse Wade, allentando la pressione che il suo avambraccio stava facendo sul collo di uno dei due mercenari che malauguratamente si erano trovati lì durante il tragitto per andare a combattere al fianco del negromante. L’altro, era morto stecchito, sorpreso dalla wakizashi, che ora era puntata verso il ventre del mercenario ancora vivo.

- ...pensi di unirti a noi?
- Ehm.. sì.
- Speriamo che lui ti chiami allora.
- Eh? Cosa diavolo sta-

Non riuscì a concludere la frase che si ritrovò con la lama conficcata nello stomaco e, successivamente, nel collo. In realtà Wade avrebbe voluto lasciarlo in vita per avere un qualche alleato, ma dato che aveva ucciso a sangue freddo il suo amico, non voleva rischiare di subire la sua vendetta. Il primo l’aveva ucciso semplicemente perché un attacco a sorpresa, a suo avviso, sarebbe stato meno rischioso di un’irruzione pacifica, visto che Wade si trovava proprio sull’albero sotto il quale i due si erano fermati un attimo, parlando della missione. Vedendosi piombare una persona armata dall'alto, nella foresta, quasi nessuno penserebbe che questa ha intenzioni pacifiche, d'altronde. Ma aveva deciso di ucciderli anche solo per puro divertimento.
Dopo aver ucciso i due, dunque, si diresse subito verso il posto indicatogli dal tizio che aveva appena ucciso, senza perdere tempo per pulire il sangue ancora fresco che aveva addosso. Avanzò muovendosi sugli alberi per perdere il minor tempo possibile, visto che pensava di essere in ritardo. Pensava, appunto. Quando arrivò nella zona adiacente alle mura, infatti, non notò nessuno, forse perché era arrivato in anticipo. Rapidamente, si mosse all'interno di quel piccolo bosco osservando se ci fosse qualcun altro, ma non trovando nessuno, decise di fermarsi più o meno al centro di esso, attendendo i propri eventuali alleati in un piccolo spiazzo, probabilmente causato dalla mancanza di un albero sradicato tempi addietro. Sceso a terra, dunque, si appoggiò con le spalle al muro, pronto in ogni caso a reagire, in caso di ostilità improvvise.
 
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Xx_Ultima_Angelo_xX
view post Posted on 4/2/2012, 16:46




<<Ebbene, che ci fai qui?
Ladro doppio-volto,
che prima combatti per uno
e appena ti indicano la via volgi lo sguardo all' altra fazione?>>

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Appena uscito dalla Palude, sistemandosi al meglio gli abiti e le scarpe infangate, il bambino si stiracchiò un poco, stendendo le braccia verso l' alto, con gli occhi verso il cielo chiusi, respirando a pieni polmoni un aria più sana di quella delle palude.
Il fumo della cittadella lì sembrava essere assente, tutto ciò che era accaduto nel villaggio, i non-morti, le guardi e la gente morente sembrava un eco, eppure nel piccolo ladro, restava in testa la figura della negromante, che era sparita nel nulla.
A quanto avevano detto quegli altri due, la negromante aveva detto che tutto quello era un diversivo, in realtà mirava ad altro.
Peccato non aver potuto conoscerla, se solo...
Ma i suoi pensieri vennero interrotti da un acuto fischio, come qualcosa che vibrava nell' aria, un suono come quando fai volteggiare un bastone nell' aria, fendendola, e il bambino riconosceva quel suono, era inconfondibile, e aprendo gli occhi, con la testa ancora verso l' alto, vide piombargli addosso in picchiata il suo amico Niru, il cucciolo di drago d' ottone.
"Rekkiiiiiiiiiiiiiiiii !!!!!!!!!!!!!!! Ti ho trovato, ti ho certato lungo tutto il perimetro della palude, ma non ti vedevo, volevo entrare, ma c' era una puzza insopportabile, sai che c'è una storia molto strana sull' odore di questa palude, proprio poco fa, mentre volavo per portarti questo foglio -e porse una delle zampette, da cui sporgeva un foglio appallottolato e mezzo bruciacchiato- mi è proprio venuta in mente, ma poi ho pensato che in mez....umpf!" il drago infatti non riuscì a terminare il suo racconto, visto che il ragazzino, ormai caduto tragicamente a terra, aveva afferrato il foglio appallottolato e aveva cappato la bocca del cucciolo con la mano libera. Si stava concentrando su quanto scritto in quel breve annuncio.
Era della negromante!
Niru smise di ribellarsi alla mano che gli stringeva il nuso, mentre vedeva il sorriso apparire sul volto del suo amico, che allentò la presa e lo lasciò libero di parlare.
"Pensavo ti avrebbe fatto piacere averlo, volevi tanto conoscerla la negromante, e credo sia lei, io non so leggere, ma una signora prima me lo ha letto e te l' ho portato subito" disse, guardando mentre l' halfling si rialzava in piedi, gli occhi ancora puntati sul foglio, divorando le righe in gran velocità.
"Il termine scadrà fra poche ore, mi devo sbrigare ad andare al luogo d' incotro. Voglio essere lì!" disse con tono allegro e tonante, mentre gettava la carta a terra, ripetendosi nella mente quelle poche righe ormai imparate a memoria.
Il draghetto, poggiato con le zampe a terra, lo guardava con sguado preoccupato e lo seguì appena cominciò a camminare verso il boschetto indicato dalla mappa della missione.
Reks se ne accorse e bloccandosi di colpo, si voltò verso il cucciolo, con la mano davanti a lui, che andò a scontrarsi contro la sua testolina.
"No, tu non puoi venire, sei troppo piccolo!" e incrociò le braccia al petto, con aria seria.
Il drago allora cominciò a ringhiare piano, acquattandosi con aria minacciosa e ruggì: "No, io vengo! Non sono piccolo! Siamo alti uguali!" e si sarebbe alzato con il busto, con aria di sfida, per dimostrare che sul fatto dell' altezza aveva ragione, ma Reks scosse il capo deciso: "No Niru, non puoi venire, può essere pericolo, queste sono missioni serie, non come i nostri furti o le risse per strada. Voglio conoscere la negromante, e avere una fetta di gloria nel caso trionferà, ma se dovessi soccombere, almeno tu starai bene, e a casa..." e sorrise, seppur con un velo di tristezza, sospirando ad occhi chiuse e ciondolando le braccia ai lati del corpo, voltandosi di nuovo e cominciando a camminare.
Il draghetto rimase fermo, guardando il suo fratellino che si allontanava, rimpiangendo di avergli portato quel maledetto foglio: "Rekki, le persone da dove vai sono cattive?" disse con un filo di voce, ma sicuro che l' altro lo sentisse, infatti l' halfling, fermandosi, lo guardò con la coda dell' occhi, accennando col capo: "Si, sono cattive, ma io non sono cattivo come loro, io voglio solo stare con chi ci può aiutare a stare bene. Lo sai come la penso no? -e si voltò completamente verso di lui- Io sono amico di chi ci può aiutare, la negromante è una carta vincente credo, e poi, anche se perde possiamo scappare, mi sono sempre chiesto come è il resto del mondo..." e ritornò a grandi passi verso il cucciolo, afferrandolo da sotto le zampe anteriori e sollevandolo in aria: "Dai, comunque vada, noi saremo tra i vincitori e staremo bene, noi O' Rogue siamo furbi, no?". E Niru, rincuorato, sorrise e fece segno di si con la testa.

Pochi attimi dopo, i due erano in corsa (e l' altro in volo) verso il luogo d' incontro, e ormai arrivati, il cucciolo si abbassò planando sulla testa del bambino, e dopo avergli strappato la promessa di ritornare sano e salvo a casa, spiccò il volo, verso la foresta, visto che sarebbe stata più sicura di Ringmont City, teatro di quella battaglia.
Reks avanzò nel piccolo bosco, dove ogni rumore era attutito da un fastidioso silenzio, e giunto quasi al centro, cominciò a sentire strani rumori, come se ci fosse qualcuno.
Si appiattì del denso sottobosco, strisciando fra i cespugli, e lì intravide una figura, che scendeva dall' alto e si fermava in uno spiazzo libero dal fogliame verde.
Reks era fermo a scrutarlo, non gli sembrava di conoscerlo, ma doveva essere uno per la missione, dagli abiti sporchi di sangue che indossava.
Uhm... Cosa fare?
Il primo istinto dell' halfling gli diceva di (fuggire) restare nascosto fino a che non appariva qualcun altro, ma il tempo era poco, la missione era incombente e poteva benissimo difendersi da chiunque, o almeno lo sperava.
Così uscì dal suo nascondiglio e sarebbe apparso proprio di fronte al ragazzo dai capelli argentati, che dalle orecchie a punta che aveva ai lati della testa, era sicuramente un elfo.
Come potersi presentare? O forse meglio non dire nulla?
Gli abiti imbrattati di liquido vermiglio lo spaventavano non poco, ma non poteva ritirarsi perché il tizio con cui doveva lavorare era un pò strambo, così avrebbe semplicemente chinato un pò la testa in avanti, senza staccare gli occhi dall' elfo, rivolgendogli un secco: "Piacere, mi chiamo Reks, e sono qui per la missione", non avrebbe aggiunto alto. Uno perché temeva di trovarsi di fronte a un pazzo, due perchè temeva che il pazzo oltre a essere pazzo non era nemmeno lì per il suo stesso motivo.
Respirò a fondo, alzandosi dal suo leggero inchino, e se quello avesse risposto o meno, non avrebbe reagito, limitandosi ad apprendere il suo nome e poi sedersi a terra, aspettando il mandante.
Sarebbe venuta la negromante in persona? Oppure uno dei suoi scagnozzi? Uno scheletro era abbastanza intelligente per guidarli e dare loro gli ordini?
Sogghignò ricordando quello che aveva ucciso solo qualche ora prima, ma distolse in fretta quel pensiero, guardandosi attorno per scorgere qualcuno, con le gambe incrociate, mentre con le mani giocherellava con due ciuffi d' erba, intrecciandoli con maestria in una sottilissima treccia.
 
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view post Posted on 5/2/2012, 17:15


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Uccisi. E mi piacque.
Uccisi di nuovo e mi piacque ancora di più

Quell'imponente specchiera mostrava un uomo dai capelli argentati, muscoloso e vestito con un completo militare gonfio di particolari e decorazioni dai toni bluastri. Strano, si dice 'lo specchio non mente mai' eppure lì, seduta su una poltrona di foggia antica, si trovava senz'altro una donna rigogliosa con capelli color dell'oro e occhi azzurri da cerbiatta. Però la visione dello specchio era anche quella di tutti gli altri abitanti della terra: la verità in un mondo di menzogne è considerata una menzogna. Ma c'era un modo per risolvere quel fastidioso inconveniente. Victoria raccolse quei capelli grigi estranei e li ingabbiò in una rete sintetica color carne. Al posto di quelle ciocche troneggiava una splendida chioma bionda dai riflessi aurei che, dopo una frangia molto fitta, si snodava in tante lingue dorate e boccolose. Gli occhi, da rossi, divennero bluastri e molto più grandi di prima. Un corpetto modificato color panna stringeva il busto della paladina e presentava due grosse protuberanze al livello del petto, i seni. La tenuta militare smorta si era, magicamente, trasformata in un lungo e pomposo vestito viola, con ricami e orpelli rococò. Il suddetto abito, più da sera che da combattimento, lasciava scoperte le braccia e parte del seno. Un diadema a motivo floreale, sempre viola, copriva il capo di Victoria che intanto, dopo aver afferrato la Judas' Blessing, si accingeva ad uscire da quella casa a Ringmont City.

Era venuta a sapere che la città era sotto l'assedio di un gruppo di non-morti: tutti erano molto agitati per quell'attacco improvviso e Victoria voleva andare a fondo, voleva sapere da che parte pendeva l'ago della bilancia. Uscì velocemente dalla capitale, usufruendo di una porta secondaria, riservata alle guardie che però erano impegnate a scacciare i nemici: poco prima aveva letto un foglio bruciacchiato il cui mittente era la creatrice di tutto quel putiferio. Una negromante che aveva risvegliato i suoi figlioli affinché conquistassero Ringmont City cercava dei complici per quella scellerata impresa: il luogo di incontro era un boschetto vicino alle mura ed era lì che la Redentrice si stava dirigendo. Imboccò un viottolo costeggiato da alberi e da arbusti. Più volte si imbattè in cadaveri sia di animali che di uomini ma finalmente, giunta in una piazzola immersa nel verde intravide due figure erette e vive che parlavano fra di loro. Man mano che si avvicinava il rumore dei suoi tacchi si faceva sempre più altisonante, chiaro invito ai suoi interlocutori di prestarle attenzione. Non appena le altre voci si acquietarono lei iniziò a parlare mostrando un leggero sorriso forzato.

Buo... -i primi tre fonemi uscirono dalla sua gola strozzati e più bassi di un ottava rispetto a quelli che lei desiderava; il tono era morbido e dissoluto- Buongiorno -una voce ferma e autorevole, ma più acuta, prese il posto di quello scempio fonetico- Spero non vi dispiaccia se mi unisco a voi nell'aspettare la negromante che ci ha richiesti qui.

Quel suo sorriso obbligato era, pian piano, svanito e alla fine dell'ultima frase aveva lasciato il posto ad un'espressione seria e leggermente irritata.
 
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view post Posted on 5/2/2012, 23:13
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Dante
I soldati non riuscivano a far fronte a quel pericolo che incombeva sulla loro amata città, i nemici erano troppo numerosi. La scena era molto confusa, difficile distinguere bene i vari componenti, ma rimaneva qualcosa di agghiacciante. Grugniti selvaggi, urla di dolore, richieste d'aiuto e imprecazioni soffocate dal gelido tocco di un artiglio. Lentamente, uno a uno qualche corpo cadeva, alcuni di soldati valorosi, altri di non morti avversari. A presentarsi come mercenario volontario, un giovane, che non ebbe nemmeno il tempo di presentarsi. Giunto nell'accampamento, si accorse che la situazione era grave, e la sua prima sentenza fu richiedere ove c'era bisogno della sua mano. Non molti lo notarono, non perché fosse indesiderato, ma perché le cose da fare erano tante, e c'erano problemi sul fronte.
-Tu ragazzo, vieni qui se vuoi renderti utile-
Urlò una voce forte, marcata e decisa, le cui parole erano colme d'ira e rammarico. Era un comandante, uno che gestiva i soldati e pianificava le strategie, difatti d'innanzi a sé c'era un tavolo con una vasta mappa delle mura. Un gruppo di soldati erano intorno, pronti a ricevere degli ordini su cosa fare, come agire e ove andare, e il giovane mercenario si sarebbe unito a loro.
-Ho ricevuto notizia da un messaggero che uno dei nostri uomini più valorosi dell'esercito sta giungendo, questione di pochi minuti. Arriva da una piccola guerriglia contro i Verdican, quindi giungeranno da questa parte. Ho bisogno che voi andiate lì e prepariate il campo di battaglia per le truppe in arrivo: tenete a bada i nemici, e se ci riuscite, uccideteli.-
Senza perdere tempo in presentazioni o inconvenienti, il comandante stava già dando l'ordine. Indicò il punto sulla mappa, per poi voltarsi e far lo stesso in linea visiva, così che chi non fosse pratico della situazione poteva comunque capire ove andare. I soldati fecero il saluto militare, e senza nemmeno rispondere, corsero subito all'azione.
-Tu prendi questo e va con loro-
Avrebbe detto il comandante, senza ulteriori spiegazioni, lanciando al giovane una fiaschetta dell'acqua. Agitandola si capiva che al suo interno c'era un liquido, cosa fosse non fu specificato, perché il soldato lo intimò a seguire la truppa. Era una scelta di Dante decidere se bere quello che poteva essere normalissima acqua o meno.


Wade, Reks & Victoria
Non solamente il governo chiese l'aiuto dei mercenari, ma anche le forze oscure richiesero l'intervento di alcuni uomini. Ovviamente le forze non mancavano, difatti si presentarono ben tre individui a cooperare con il male, ironico dato che l'avversario ricevette la visita solo di uno. E i tre che si presentarono, non erano altro che mercenari, il cui unico scopo molto probabilmente era il vile denaro, del piccoletto di sicuro. Un elfo che non esitava a tingersi di cremisi alla luce del giorno, un halfling che agiva per il puro interesse economico, e una bella dama misteriosa. Erano radunati al centro di quel piccolissimo boschetto fuori dalle mura, che attendevano colui che richiese quella missione.
-Noto con piacere che posso contare su dei validi alleati-
Disse una voce proveniente dal buio della vegetazione, dal timbro forte e deciso, sopratutto di donna, molto virile. Pochi attimi dopo, e la sua figura incappucciata sarebbe apparsa, accompagnata dal ticchettare dei tacchi che teneva. Per rispetto, si tolse il cappuccio, rivelando di essere per l'appunto una dama, dai lunghissimi capelli scuri, occhi vuoti, colma di tatuaggi e piercing. Diede una veloce occhiata ai mercenari che avevano risposto all'appello, non era tipa da criticare l'aspetto esteriore e giudicare da essa, inoltre se fossero incompetenti i loro cadaveri sul campo di battaglia erano ancora utilizzabili.
-Io sono Kisha, e non credo ci sia motivo di dirvi il piano-
Continuò la donna, presentandosi e saltando i dettagli. La sua voce era molto marcata, come se tramite essa sottolineava la sua superiorità, chi tra di loro era a comandare. La negromante, a quel punto, tirò fuori da una sacca legata alla cinta delle sfere nere colmi di piccoli spuntoni smussati. Le avrebbe lanciato ai tre mercenari, uno a testa, per poi concludere dando loro le ultime indicazioni.
-Il vostro compito sarà di aiutare il mio esercito di non morti. Sapete, sono molto versatili e obbedienti, ma non hanno molto intelletto e strategia, e questi soldati sono molto più resistenti del previsto. Vi consiglio di prenderle quelle pastiglie, vi permetteranno di essere riconosciuti dai non morti e non farvi attaccare, oltre che darvi un incentivo. Io sarò qui, vi terrò d'occhio, e quando finirete tornate qui per il vostro compenso.-
Espose la donna, spiegando loro sia il motivo per cui furono assunti e quale era il loro compito specifico. Diede anche una spiegazione di cosa fossero quelle piccole pillole lanciate loro, per poi fare qualche passo indietro, e scomparire nel buio. Non attese nemmeno loro domande, e avrebbe ignorato pressoché qualsiasi cosa, la guerra era già incominciata e non c'era tempo da perdere.


Note: Buon divertimento
 
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~Lotaç
view post Posted on 6/2/2012, 15:27




Narrato
"Pensato"
Parlato

Tu ragazzo, vieni qui se vuoi renderti utile
tuonò una voce che si distinse dalle forti urla di dolore provenienti dallo scontro che avveniva tra non-morti e soldati del governo. Bastò quell'urlo per distrarre Dante dai suoi tristi pensieri che lo sconfortavano più di vedere i soldati urlare dal dolore. L'uomo che chiamo a sé il ragazzo aveva l'aspetto di uno che conta, si può dire "con le palle", probabilmente sarà stato un comandante, ma Dante questo non lo poteva sapere, lui capì soltanto che quell'uomo lì dava gli ordini e che lui doveva eseguirli, stop.
Il ragazzo fece un respiro e si avvicinò celermente, notò che nel tavolo dinnanzi al comandante c'era una vasta mappa delle mura, intorno al comandante c'era una truppa di soldati e Dante ne faceva parte, come mercenario ovviamente.
Poi il comandante disse
Ho ricevuto notizia da un messaggero che uno dei nostri uomini più valorosi dell'esercito sta giungendo, questione di pochi minuti. Arriva da una piccola guerriglia contro i Verdican, quindi giungeranno da questa parte. Ho bisogno che voi andiate lì e prepariate il campo di battaglia per le truppe in arrivo: tenete a bada i nemici, e se ci riuscite, uccideteli.
con il dito indicò il punto sulla mappa dove si sarebbero recati e con la vista fece capire verso dove fosse la direzione da percorrere. I soldati alzarono allo stesso momento la gamba destra e portarono la mano dello stesso lato alla testa e Dante non capì cosa dovesse fare e malamente cercò di interpretare il segno, si voltò verso la truppa che già si era incamminata poi si girò verso il comandante e vide arrivarsi addosso una fiaschetta dell'acqua; con fantastici riflessi la prese con la mano destra e guardò interrogativo il comandante, che senza dilungarsi troppo gli disse
Tu prendi questo e va con loro
il ragazzo non ebbe il tempo di replicare perché era tardi e doveva incamminarsi, quindi ringraziò il comandante e prese a correre verso la truppa tenendo alla mano sinistra la fiaschetta. Non capiva cosa ci fosse dentro, supponeva fosse semplice acqua, ma chissà magari poteva immaginarsi che fosse una pozione magica o chessò io.
"Chissà cosa c'è dentro 'sto coso? Mah... ad ogni modo per adesso non ho sete, quando ne avrò la berrò, magari divento super forte! Un mega-fortissimo-gigantesco-fighissimo-eroe super cazzuto"
fantasticò nella sua mente prima di rendersi conto dove stesse andando, aspetta no, non se ne rendeva conto. Dante pensava solo che quella era una missione sucida, quindi dove stesse andando o meno non era un problema, ma forse quella fiaschetta lo avrebbe aiutato, in un modo o in un altro, e soprattutto avrebbe fatto in modo di dargli coraggio.
Il ragazzo avrebbe voluto fare cento domande, ma non seppe nemmeno chiederne una. Aveva un nodo alla gola che non gli permetteva di parlare, quindi se ne rimase in silenzio e in disparte, ma sempre vicino ai soldati.
 
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GidanTribal
view post Posted on 7/2/2012, 00:24




Wade non dovette attendere molto, prima che quello che all’apparenza poteva essere un comune bambino si presentasse per la “missione”, confermando dunque l’indiscrezione ottenuta dai mercenari. Mentre, Reks si presentò, fece un lieve inchino, facendo sporgere le tipiche orecchie a punta degli elfi dalla propria chioma, che associate alla sua bassissima statura, volevano dire soltanto una cosa.

Un fottuto Halfling. Almeno usa armi bianche, spero sia una buona carne da macello.

Pensò il cecchino, mentre il giovane ladro stava finendo di presentarsi.

Chiamami Wade.

L’elfo fece appena in tempo a rispondere che una donna irruppe, cercando di attirare l’attenzione su di sé, dicendo di essere anche lei lì per combattere al fianco della negromante. Dal suo comportamento, sembrava assolutamente infastidita dalla presenza di altri due mercenari per quella missione.

Altra arma bianca, altra carne da macello.

Mentre, guardando sottecchi la misteriosa ragazza che si era presentata, per la mente di Wade passarono queste parole. Passati nemmeno un paio di minuti, si presentò come dal nulla una nuova figura incappucciata, dopo aver anticipato il suo avvento con una breve frase. Già dalla voce, si poteva ben intuire che fosse una donna, ma, rimosso il cappuccio, mostrò di essere un’elfa, all’apparenza molto giovane, tra l’altro, ma poteva benissimo trattarsi di una qualche sua stregoneria. Kisha, questo era il suo nome, non perse tempo in troppe chiacchiere, ma si limitò semplicemente a sottolineare il fatto che dovessero combattere al fianco dei suoi non morti, che non li avrebbero attaccati, se avessero preso una strana pastiglia nera che aveva lanciato a ciascuno di loro. Quella pastiglia, inoltre, avrebbe fornito un misterioso incentivo. Senza aspettare alcun tipo di replica da parte dei tre, dunque, Kisha sparì nella foresta, dicendo che avrebbe osservato da lì la battaglia, e che quello sarebbe stato il luogo dell’eventuale ricompensa, in caso di successo.

Prego...

Disse Wade ai suoi due alleati, muovendo il braccio destro verso la direzione della battaglia col palmo della mano rivolto verso l’alto, come ad indicare loro di fare strada. D’altronde lui, benché ogni tanto fosse stato in città, non sapeva esattamente come fosse in quel momento la situazione, ma poteva soltanto immaginarla, dunque avrebbe seguito le indicazioni degli altri. Se uno dei due avesse avuto da ridire, in modo molto seccato avrebbe detto di non conoscere il luogo di battaglia. Non appena fossero partiti, avrebbe quindi preso la pastiglia donatagli , dato che una negromante in grado di mettere a ferro e fuoco una grande città non avrebbe avuto alcun problema a danneggiare o uccidere tre mercenari senza doversi servire di strani mezzucci e quindi, in questo caso, si sarebbe fidato, non avendo, a parer suo, alcun motivo di temerla.
 
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Xx_Ultima_Angelo_xX
view post Posted on 7/2/2012, 21:25




<<Hai paura?
Manolesta impaurito,
ascoltando gli ordini,
e partendo verso l' ignoto del campo di battaglia?>>

-------------------------------------------------------


Il silenzio del boschetto fu interrotto dal saluto dell' halfling, a cui l' elfo d' argento rispose in modo secco e deciso.
Disse di chiamarsi Wade, che razza di nomi che avevano gli elfi, ma i genitori non si vergognavano poi per il futuro dei loro figli ad andare in giro con un nome del genere?!
In particolar modo uno con un nome che sembrava una marca di saponi d' ossa come quello di questo tizio...
Il bambino però sorrise debolmente nonostante il suo pensiero maligno, come se niente fosse e avesse appreso pienamente l' informazione e continuò poi nel suo intento di sedersi sull' erba, anche se un terzo personaggio si stava presentando nella radura.
Dal basso del prato, l' halfling poté osservare il giungere di una donna, dai morbidi riccioli biondi che le ricadevano sul viso e dalle movenze aggraziate.
Reks storse però il naso quando quella iniziò a parlare: aveva provato a pronunciare una specie di buongiorno, o buonasera, ma non terminò la parola, giacché aveva iniziato a parlare con un tono strano, molto basso e smielato quasi nel tono, e subito dopo si riprese correggendosi e assumendo un tono autoritario con una voce acuta che al ragazzino risultò sgradevole sin dal primo momento, e il sorriso che da prima era sul suo volto, e dopo era scomparso, eclissato da uno sguardo serio e infastidito, altro non fecero che confermare l' antipatia immediata, che il ragazzino impresse dentro di se, verso la bionda.
Che poi, a dirla tutta, nemmeno disse il suo nome!
Si, infatti si era limitata a dire se poteva aspettare lì con loro la negromante, ma niente più-
Uno, era un’ antipatica che nemmeno si presenta decentemente.
Due, ha dei capelli brutti
(questo però solo perché il colore gli ricordava troppo quello dei suoi).
Tre, quella voce gli irritava il sistema nervoso!!!
Tutto poi fu offuscato, dal vero fulcro di quella riunione nel bosco…
Qualcun' altro stava giungendo.
Un brivido corse lungo la schiena del ladruncolo, facendogli cadere di mano la trecciolina di fili d' erba, mentre i suoi pensieri stettero zitti, ascoltando un secondo ticchettio di tacchi, che si avvicinava verso di loro.
Il ragazzino scattò in pieni in un attimo, aiutandosi con le braccia, tanto che per un secondo gli girò la testa, ma ciò nonostante, riuscì a concentrare il mondo che girava, anzi, la sua vista che girava confusa dal fluire troppo rapido del sangue, verso l' incappucciata, che si stava mostrando al gruppo.
Era la negromante, una donna dai tratti decisi, nonostante fosse chiaramente un membro del popolo elfico, dal viso marchiato da tatuaggi e piercing, lunghi capelli scuri e occhi stranissimi.
Il tono di voce con cui parlò loro, fece ancora più rabbrividire il ragazzino, che se aveva provato antipatia per la dama bionda, ora avvertiva invece puro terrore per questa spaventosa dama nera, Kisha.
Reks si fece piccolo piccolo, mentre ascoltava le parole della mandante della missione e prese al volo, rigirandosi poi tra le dita, la strana sferetta che ella lanciò una ciascuno.
Il bambino distolse in fretta l' attenzione dall' oggetto (una specie di riccio di mare nero dalle punte spuntate) tornando a guardare nervosamente Kisha. L' istinto di sopravvivenza del ladro, lo metteva in totale allarme, tanto da impedirgli di distogliere lo sguardo da quella donna, che in tutto il suo aspetto, suggeriva al bambino solo una parola: Pericolo.
Spiegò che il loro compito era semplicemente dare man forte ai non-morti, durante l' assedio, e che quella sfera serviva per non farsi ammazzare per sbaglio dai loro alleati, e poi ella sparì, lasciandoli senza altre spiegazioni.
Reks non aveva domande da fare. Concesse quindi un nuovo sguardo alla biglia tra le sue mani, studiandola e rigirandosela nella mano sinistra, facendola volare in aria per un paio di volte.
Wade fece segno agli altri due mercenari di andare avanti per primi, ma il bambino, con un giusto sorriso innocente, si voltò a sua volta verso la dama, con una mano dietro la schiena e l' altra verso la via da seguire, indicandola, e avrebbe sussurrato, in tono allegro: "Prima le signore..." e sorridendo, avrebbe atteso che la bionda passasse davanti a lui (se lo avesse fatto), altrimenti, alzando le spalle a un eventuale rifiuto se ci fosse stato, si sarebbe incamminato lui in testa al gruppo dei tre.
Dopotutto, ora non erano una minaccia, per cui poteva permettersi di mostrar loro la schiena senza difendersi.
Mentre avrebbero camminato poi, guardando entrambi, avrebbe ingoiato la strana pastiglia, aspettando i suoi effetti magici.
La negromante aveva parlato di un incentivo, chissà se si riferiva solo al fatto che i non-morti non li avrebbero attaccati o a qualcos' altro...
Chissà...
Pensò infine, camminando e ingoiando la pastiglia, deglutendo forte.
 
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view post Posted on 9/2/2012, 17:52


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Solo dopo aver parlato ed essersi 'presentata' agli altri la dama iniziò a guardarsi attorno e a scrutare i suoi due interlocutori, i suoi passi sembravano non aver interrotto nulla o per lo meno nulla di importante. Il primo, alto 5cm circa in meno di Victoria, doveva indubbiamente essere un elfo date le lunghe orecchie che guizzavano fuori dalla sua chioma argentata e liscissima. Portava dei pantaloni e una canotta di un verde spento e piuttosto arido mentre sopra indossava un mantello nero che alla ragazza non sembrava essere del tutto intatto. L'altro suo compagno era invece un... un bambino. All'apparenza non sembrava umano data la statura troppo insignificante ma a Victoria non interessava poi tanto la razza dei suoi colleghi e dunque non indagò su questo particolare. Mentre però la ragazza si accingeva a descrivere nella sua mente un immagine dell'altro futuro socio, una voce echeggiò nell'aria e da una siepe poco lontana spuntò una colossale ma sinuosa figura incappucciata dai contorni squisitamente longilinei. Tolto il copricapo una lunga criniera castana, solcata da due orecchie silvane appena accennate, prese il posto del precedente cappuccio rivelando un viso spettacolare. Victoria sussultò e un risolino compiaciuto comparve sul suo volto alla vista di quello, solcato da innumerevoli orifizi e tatuaggi spettrali e sontuosi, della creatura meravigliosa che si trovava dinnanzi a lei. Il mittente di quella particolare richiesta iniziò a parlare dicendo il suo nome, Kisha, e lanciando, alla fine, delle pastiglie nere e puntute che avrebbero consentito di dare ordini e di essere riconosciuti dai non morti. Lady Alpha prese al volo la sua sfera e restò qualche secondo a guardarla perdendosi il congedo lugubre della negromante. Guardò i suoi compagni: tutti e due l'avevano invitata ad andare per prima.
Che cafoni! avrebbe pensato una qualsiasi altra dama altolocata ma invece lei era ben felice di precedere i suoi compagni pur temendo un attacco alle spalle. Annuì verso il bambino con la sua solita espressione seria e risoluta per poi incamminarsi verso la città con la pastiglia fra le mani: avrebbe aspettato che gli altri due la prendessero prima di sperimentarne gli effetti, indispettita dell'aspetto dubbio della suddetta sfera.
 
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view post Posted on 10/2/2012, 09:21
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Il giovane mercenario che si ritrovò all'accampamento del governo, prese al volo quella strana borraccia contenente chi sa cosa. Ascoltò attentamente agli ordini e al piano del suo superiore, decidendo senza problemi che avrebbe dato pieno appoggio e aiuto ai soldati. Dunque, con la borraccia messa da parte, non avendo ancora sete, s'incamminò verso il campo di battaglia, ove morte e distruzione lo attendevano.

Intanto, i tre mercenari ebbero il "piacevole" incontro con la negromante, che velocemente diede loro gli ordini e quelle strane pastiglie. Quando scomparì, tutto il gruppo fu per qualche secondo diffidente dal prendere quelle diavolerie. Poco a poco però, iniziarono a fidarsi, e prima di andare in battaglia presero tutti quella pastiglia nera. Fatto ciò, incominciarono a dirigersi anche loro al campo di battaglia, facendo precedere la bella Victoria, mentre gli altri due la seguivano. Preso le pillole, avrebbero sentito qualche istante dopo, mentre si avvicinavano, un sapore amarognolo, un retrogusto che si è sprigionato in seguito e non all'istante dell'ingestione.

Il campo di battaglia era affollata e pieno di soldati e zombie. Colpi di spada, artigliate, ossa che s'infrangevano, lo scenario era vasto e confuso, al contempo inquietante. Dante si sarebbe dunque ritrovato nel mezzo di un vasto campo senza ostacoli, in cui i soldati insieme a lui si gettarono contro i nemici. Dal terreno, spuntavano ghoul e scheletri combattenti a non finire, che senza paura di tornare nell'oltretomba, si lanciavano contro i nemici. I tre mercenari della negromante ovviamente, si sarebbero accorti subito dell'effetto delle pillole. Intorno a loro, un mucchio di non morti che emergevano dalla tomba, o provenivano dal boschetto alle loro spalle, ignorandoli completamente, il che era positivo: niente distrazioni in battaglia. E fu così, che i tre mercenari oscuri, si ritrovarono sul campo di battaglia, ove c'era anche il giovane Dante. Si sarebbero ovviamente visti, si trovavano a una ventina di metri massimo, ed erano gli unici privi di armatura o non defunti. All'improvviso, una voce altisonante avrebbe echeggiato nelle teste dei tre guerrieri, tipo telepatia, dando loro un semplice ordine.
-Uccidetelo-
Si poté udire, riferendosi ovviamente al giovane Dante. Dunque, il trio aveva il semplice compito di collaborare per uccidere quel singolo mercenario. Forse la negromante ha capito che non era un semplice soldato, e che dunque era una minaccia maggiore. Stava di fatto che voleva la sua morte, e così sarebbe avvenuto di certo.

Note: Bene, io esco di scena, sarete Dante vs Wade-Reks-Victoria. Io ovviamente vi seguirò per assicurarmi che il duello non vada in power player, sopratutto voi tre, che se fate falli darò un vantaggio a Lotac. Appena Lotac dice di bere la pozione, il turno sarà automaticamente mio, descrivendo gli effetti della bevanda, per poi far tornare a voi tre la mano. Divertitevi, e che vinca il migliore.
 
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~Lotaç
view post Posted on 10/2/2012, 15:47




Camminò al fianco della truppa per pochi minuti prima di arrivare al campo di battaglia. In quel luogo i soldati assalirono i nemici non-morti lasciando Dante in mezzo al campo, che era pieno di non-morti e soldati che ferocemente si combattevano. A tracolla il ragazzo aveva ancora la fiaschetta d’acqua, non esitò un momento la prese e ne bevve due sorsi, una volta fatto ciò si sarebbe asciugato le labbra con il braccio destro, poi con tono apparentemente soddisfatto disse
Ahh….ci vole-
Non terminò la frase che dinnanzi a lui apparve uno scheletro mostruoso, sbucò dal terreno, questo teneva alla mano destra una spada di media lunghezza e non riuscì nemmeno ad alzarsi che un soldato con una mazza pesante lo colpì al cranio, spaccandoglielo.
Bella merda!
Il giovane ragazzo notò 3 elementi che si differenziavano dai bestiali non-morti, poiché senza armatura. Tali 3 elementi erano probabilmente mercenari, c’era da stare attenti, ma questo Dante non poteva saperlo, poteva al massimo immaginarlo.
“Quei due non mi piacciono, quella ragazza con due poppe assurde sì però”
Era il momento meno opportuno per fare sogni perversi su uno di quei tre probabili mercenari, essi distavano 20 m da Dante, tra l’altro lui e la ragazza probabilmente avrebbero combattuto contro, quindi fare pensieri perversi sul proprio probabile assassino non era una cosa molto normale.
Non-morti. Fottuti non-morti.
Perché invece di attaccare Rigmont City non stavano al di fuori delle mura a depredare i villaggi vicini? Dovevano per forza attaccare il centro? La piazza? Perché invadere una città così? Chi ci stava dietro a tutto questo?
Troppe domande e nessuna risposta, troppe, troppe domande.
Il ragazzo stava metabolizzando quanto stesse accadendo, non aveva capito contro a cosa stava andando in contro, non aveva ben realizzato. Guardò indispettito e angosciato i tre, cercò di non incrociare il loro sguardo, ma probabilmente invano. Il ragazzo avrebbe aspettato il momento propizio in cui i tre fossero distratti e avrebbero distolto lo sguardo per correre in mezzo ai non-morti e ai soldati cercando di aggirare i mercenari. Dopo aver provato ad aggirare i nemici Dante avrebbe richiamato l'arma a sé, l'arma sarebbe apparsa nella sua mano destra.



Status Fisico: Indenne
Status Psicologico: Angosciato e impaurito
ESP:7/7
Equipaggiamento: Spada del Dovakhiin
Spada donatagli dal Padre Caval; essa è lunga 1,20 cm e larga 4 cm; il manico è decorato con pietre di ossidiana, la lama è conformata secondo un motivo tribale. Questa spada gli è stata donata dal padre Caval che ha ereditato da suo padre, questa è una spada che si tramandano da generazioni; la sua lama ha squarciato innumerevoli corpi.

Abilità
Innata: Call the Demon's Soul
Abilità che Dante apprese da piccolo, ancora neonato, gli permette di evocare e/o richiamare a sé la sua spada Dovakhiin alla quale è legato fin da ragazzo, quest'abilità riuscì a scoprirla un giorno quando si trovava in grossi guai ad affrontare una banda di teppisti, la spada dal nulla si è materializzata nella sua mano destra attorniata da un lucente bagliore. La materializzazione avviene mediante un grande sforzo spirituale che chiama lo spirito della spada ad ubbidire all'ordine di richiamo; tale procedimento fa sì che l'oggetto si materializzi nella mano destra di Dante.

Razziale:
Tecniche:
 
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view post Posted on 10/2/2012, 15:52
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Avendo bevuto la pozione ottieni:

+10% Forza Fisica
+5% Forza Magica
+5% Resistenza Fisica
+5% Resistenza Magica
+10% Velocità

Tocca a Gidan, continuate pure.
 
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GidanTribal
view post Posted on 11/2/2012, 00:56




Così come fece Wade, anche il giovane halfling diede la precedenza all’unica ragazza del gruppo, che però non sembrò essere contrariata da ciò. Appena dunque i tre mercenari iniziarono a camminare, Wade, per primo, inghiottì la pillola dalla curiosa forma sferica ornata di spuntoni smussati, non notando però nulla di strano, se non un forte retrogusto amaro, sprigionatosi dopo un breve periodo di tempo.

Non sento nulla… Eppure avevo sentito parlare di un incentivo… che ci metta un po’ a fare effetto?

Pensò, iniziando ad estrarre per precauzione una freccia dalla sua faretra, mentre si stavano affacciando al campo di battaglia. Nel mezzo della mischia, si potevano notare soldati umani contro quelli che probabilmente umani lo erano stati, e che ora si trovavano a dover servire una giovane negromante, senza possedere più la propria volontà. Come preannunciato da Kisha, le pastiglie fecero in modo che i non morti ignorassero i tre mercenari e si dedicassero all’attacco degli altri esseri viventi lì presenti. Tra i soldati se ne poteva notare in particolare uno che distava circa una ventina di metri dai mercenari e che, stranamente, non indossava alcun tipo di arma o di armatura, forse per mancanza di scorte o forse perché arruolatosi all’ultimo. Molto strano, per una persona che aveva l’aspetto del combattente, non avere con sé l’equipaggiamento adatto alla battaglia nel mezzo della quale si trovava, soprattutto offensivo.
Chiunque esso fosse, Kisha doveva in qualche modo temerlo, visto che ordinò loro di eliminarlo. Anche Dovakhiin – questo era il soprannome del ragazzo – notò i tre, in quanto erano gli unici viventi che non combattevano contro i non morti e che erano rivolti verso la difesa degli umani.

Come desideri…

Disse Wade sottovoce e, senza aspettare la mossa dei suoi alleati né perdere di vista il suo bersaglio, caricò molto rapidamente l’arco, per far sibilare al più presto una freccia verso il petto di Dante, per ucciderlo immediatamente o, perlomeno, ferirlo in modo grave. Il suo fu un movimento molto rapido e, unito alla poca distanza, alla rapidità della freccia e magari ad un effetto sorpresa, avrebbe esaudito in pochi secondi il volere della mandante.

________________________________________

Stato Fisico: Indenne
Stato Psicologico: Calmo, concentrato
Frecce utilizzate: 1/90

Equipaggiamento

CITAZIONE
Corno del Diavolo - Arco composito
Ispirato al modello sottratto a Wade, si tratta però di un altro arco. Mantiene comunque anch’esso un’impugnatura stretta ed i suoi flettenti sono sempre composti dalle corna di un animale, in questo caso un bufalo. I nervi di antilope utilizzati per la corda dell’arco sono stati strappati da un antilope che era ancora in fin di vita. Nella parte opposta alla corda, è dotato di una straordinaria resistenza alle lame grazie ad una particolare lega di avorio e metalli, che non intacca in alcun modo l’elasticità dell’arco. Presenta ben due poggiafreccia, ed è quindi possibile lanciare contemporaneamente nella stessa direzione a poca distanza l'una dall'altra (5-6 cm), due frecce. Arriva a misurare in altezza circa un metro e 35 centimetri

Faretra “Magica”
Non è assolutamente magica, anzi. Si tratta una comunissima faretra per contenere frecce, nulla più. L’unica cosa che può farla sembrare a qualche stolto come tale sono le “rune” incise su di essa. Tali rune sono scritte in elfico, o almeno l’elfico è quello che il mercante che la possedeva tentò di inciderci sopra, senza riuscirci. Attualmente contiene 90 frecce.


Wakizashi
Essendo una Wakizashi, si tratta di una katana di ridotte dimensioni, la cui lama raggiunge appena i 50 centimetri e il filo, ovviamente, è presente soltanto in uno dei lati. Viene utilizzata raramente e serve per lo più per difendersi e contrattaccare durante fasi ravvicinate del combattimento, e inoltre sull’impugnatura è presente una fascia elasticizzata che permette a Wade di tirare con l’arco senza dover rifoderare l’arma.

Abilità

CITAZIONE
Abilità Razziale: +5% Agilità; -5% Forza Fisica

Abilità Innate:

I See You!: Il continuo cacciare ed esercitarsi nel colpire bersagli vicini e lontani, hanno reso Wade un cecchino davvero micidiale, in grado di colpire con ottima precisione un qualsiasi bersaglio.

Note: In quest’altra quest ho utilizzato 6 frecce su 100, qui parto come se me ne fossero rimaste 90, eventualmente aggiungerò /scalerò le altre frecce rimaste a fine quest/utilizzate.
 
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Xx_Ultima_Angelo_xX
view post Posted on 11/2/2012, 16:48




<<Hai capito che fare?
Guerriero delle Daghe,
scrutando il tuo nemico
e cercando il modo di cavartela senza faticare troppo?>>

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La donna loro compagna (che ancora non si era degnata di presentarsi) di missione accettò di avviarsi per prima, seguita a breve distanza da Reks e l' elfo. Il bambino aveva appena cominciato a camminare, quando decise di mangiare la pastiglia a riccio della negromante. L' assaporò un secondo prima di ingoiarla, ma non gli era parso di sentire nulla di strano, nemmeno le strane punte, che gli solleticarono la gola per alcuni secondi, diedero strani segni, così il bambino si rasserenò ingoiandola definitivamente e camminando fino alla piazza dove il campo di battaglia era nel vivo della lotta sanguinaria.
L' halfling si guardò un po’ attorno, mentre uno strano retrogusto amaro cominciava a rovinargli la bocca. Tutta colpa di quella pastiglia.
Bleah! Odio le cose amare! Che schifoooo!!! Ci vorrebbe una caramella dolce!
Pensò mentre assumeva un’ espressione disgustata con la lingua di fuori e gli occhi chiusi, dubitava però di trovare qualcosa di dolce da mangiare in quel putiferio di ossa e cadaveri, e poi... Hei, aspetta, è vero! I non-morti si muovevano attorno a loro ignorandoli completamente!
Il bambino sorrise a quella visione, poggiandosi le mani sui fianchi con pensiero trionfante: Grande incentivo! Mi va benissimo così!
Doveva, infatti, essere quello che aveva detto la negromante. Con quelle pastiglie, i non-morti non lo avrebbero ferito o distratto mentre lottava con i soldati, e ciò costituiva un problema in meno da gestire, ma come presto si rese conto, non avrebbero dovuto lottare contro un semplice soldato...
Dopo qualche attimo, infatti, davanti a loro, a una ventina di metri, apparve un ragazzo che non sembrava come gli altri. Era tra i soldati della città, sembrava un po’ fuori posto tra di loro, e li stava guardando.
Reks non capiva perché un tipo simile si desse tanta pena per degli sconosciuti, ma forse come lui, era lì solo per la ricompensa finale. Non gli andava di certo di indagare, quindi iniziò a estrarre le due daghe, nello stesso tempo in cui nella sua mente, echeggiò la voce di quella donna terribile, Kisha.
Era un secco ordine rivolto proprio verso quel ragazzo strano, l' ordine di ucciderlo. Reks si concesse uno sguardo attorno, ma le parole della negromante si vede che erano solo nelle loro menti, visto che lei non c' era da nessuna parte. Le daghe intanto furono completamente liberate dai loro foderi, fremendo nell' aria densa del campo di battaglia, desiderose di sangue.
Strano come il ragazzino fosse così desideroso di lottare, ma non poteva farne a meno, sentiva l' adrenalina in corpo che circolava imperterrita, dandogli forza e coraggio per far fuori mezza città.
Sorrise poi, ascoltando le parole sussurrate da Wade, che si trovava accanto a lui, mentre estraeva dalla sua faretra una freccia e la incoccava sull' arco, con l' intento di lanciarla verso il nemico.
Reks apprese che quel tizio suo "alleato" era un arciere, avrebbe quindi evitato di attaccare troppo da vicino l' umano, così per il momento se ne sarebbe rimasto vicino a Wade, sulla sua destra, distando da lui circa due metri, per dargli supporto nel caso Dante fosse riuscito ad evitare la freccia e ad avvicinarsi troppo all' elfo arciere e rimanendo in posizione di difesa.
Avrebbe agito dopo, nel caso in cui il nemico si fosse troppo avvicinato.
In fondo, anche se l’ adrenalina gli dava un gran coraggio, rimaneva il prudente ladruncolo che faceva il minimo indispensabile cercando di sopravvivere. Non si sarebbe smentito nemmeno in quell’ occasione.
_________________________________________________
CITAZIONE
Status Fisico: Indenne
Status Mentale: Agguerrito
ESP: 6/6
Equipaggiamento:
CITAZIONE
Kylez e Uwien, Daghe Halfling
[Armi semplici a coppia, taglia piccola, raggio cortissimo e medio, da lancio e da mischia, impugnatura a una mano, tipologia tagliente o perforante]

Due piccole daghe, la cui lama in realtà erano le punte di due giusarma, che il ragazzino aveva rubato a una banda di nani che incontrò per caso. Ma essedo le due armi troppo grandi per lui, ne ha tolto le lame, creato un' impugnatura adatta a lui e sono così diventate le sue compagne predilette.
Le due lame sono lunghe appena 20 cm, larghe nel punto massimo circa 6 cm, con la punta leggermente incurvata, con la parte tagliente verso l' esterno.
I manici sono sempre in metallo, ma coperte da una fasciatura di cuoio che permette una migliore presa su d' esse.
L' intera parte dell' impugnatura è lunga appena 6 cm, appena sufficenti al piccolo halfling per impugnarle a una mano. Se un personaggio di taglia media o grande, come un umano o un orco, tentassero di adoperarle, avrebbero forse una certa difficoltà ad usarle...

Abilità Razziali: Velocità +5%
Resistenza Fisica -5%
Abilità Innate:
CITAZIONE
Canto del Coraggio [Abilità di Potenziamento]
Resistenza Fisica +5%
Dopo il tempo trascorso con Leavonne, seguendola nelle sue missioni e aiutandola nel suo covo, il giovane ladro ha imparato a sopportare di più il dolore e resistere agli sforzi fisici, tanto da riuscire ad abbattere e annullare l' innato malus alla resistenza fisica (-5%) della sua razza.

 
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view post Posted on 14/2/2012, 17:49


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Victoria stava guidando i suoi compagni verso il campo di battaglia, dopo aver preso la compressa datagli da Kisha, stando proprio dove le spettava: davanti agli altri. La convinzione di essere anteriore sia in combattimento sia nella posizione, per quanto mera potesse essere, la faceva rabbrividire di piacere mentre pensava a quale potesse essere lo stile di combattimento dei suoi soci. Quei pensieri antefatti però svanirono non appena un sapore amaro come il fiele si sprigionò nella bocca della paladina attaccando violentemente le sue papille gustative. Una smorfia sorpresa e irritata sopraggiunse sul suo viso ma nessuno ebbe il tempo di notarla che già scomparve lasciando posto alla normale espressione perennemente scocciata. Intanto il gruppo giunse nel luogo dove si stava svolgendo l'ardua disputa fra non morti e generali dell'esercito e lì, Victoria, poté notare l'effetto di quelle pastiglie, già anticipato dalla negromante: gli zombie non si curavano, infatti, dei tre appena giunti. Lady Alpha sorrise compiaciuta dopo aver appreso quella gioiosa notizia e mentre si guardava attorno notò un ragazzo vivo senza armatura e senza stemma del governo. Lo scrutò attentamente da lontano, la distanza che la separava da lui era di appena 20m, e cercò di cogliere vari particolari qua e là. Aveva appena appreso il colore dei suoi capelli quando una voce femminile e sensuale rimbombò nella sua mente instabile: era un ordine proveniente da Kisha che diceva di uccidere quel ragazzo.

Sarà fatto, mia signora.

Victoria sorrise di nuovo, muovendo leggermente la testa e facendo oscillare la chioma bionda. Afferrò la sua arma estraendola dal fodero: l'impugnatura dorata brillava sotto la luce del sole e la divinità rappresentata nel suo adorato rosario sembrava svolazzare libera sorretta però dall'impugnatura della Judas' Blessing. Si accorse solo in quel momento, risvegliatasi dall'ebbrezza della guerra, che il suo compagno elfo aveva intenzione di scoccare una freccia verso il nemico essendo quello il suo stile di combattimento. Non riusciva a capire dove stesse mirando, essendo il suo sguardo non molto allenato, ma intuiva che l'arciere voleva togliere di mezzo il nemico in un sol colpo forse scambiandolo per un cervo inerte. Difatti sembrava che il ragazzo stesse guardando proprio in direzione del trio e considerando il tempo che ci avrebbe messo il dardo ad arrivare avrebbe potuto spostarsi senza alcuna difficoltà. Lady Alpha, rimase ferma aspettando che quell'attacco troppo ovvio fallisse mentre preparava la sua arma aspettando uno scontro corpo a corpo dove avrebbe di certo prevalso sul nemico data la sua squisita arte nella battaglia col fioretto.




Stato Fisico: Illesa
Stato Psicologico: Pronta alla battaglia
Equipaggiamento:
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Judas' Blessing:
Claymore ad una mano dalle caratteristiche abbastanza ordinarie, lunga poco più di 1.15m (90cm lama, 25cm elsa) e pesante circa 1.5kg. L'impugnatura ad una mano è munita di una particolare elsa che avvolge l'interno organo pensile, senza spiragli o decorazioni intagliate. La guardia è fatta interamente d'oro anche se, al di fuori, è ricoperta da uno strato sottile di velluto aureo per ammorbidirne la presa. Il pomello, anch'esso placcato, è leggermente ovale ma, nonostante questo, garantisce un ottimo bilanciamento all'arma grazie anche ad un secondo pomolo posto al centro del cesto metallico, leggermente in rilievo rispetto alle altre decorazioni che compongono l'elsa della spada. La lama, diritta, è affilata su entrambi i lati che, congiungendosi alla fine, rendono il pungiglione della lama estremamente aguzzo. Questa è bianchissima, di un bianco puro ed immacolato; d'acciaio leggerissimo arricchito con delle strisce d'avorio che ne hanno determinato il colore e la resistenza.
Viene usata sia da Victoria, che spesso lega all'impugnatura un rosario, che da Roderich, che, invece, utilizza un nastro con un'aquila stilizzata per adornarla

Abilità: Doppia Personalità - Victoria
Doppio Elemento - Terra et Tuono
Tecniche Utilizzate: -
 
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27 replies since 3/2/2012, 15:41   2054 views
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