<<Ebbene, che ci fai qui?
Ladro doppio-volto,
che prima combatti per uno
e appena ti indicano la via volgi lo sguardo all' altra fazione?>>
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Appena uscito dalla Palude, sistemandosi al meglio gli abiti e le scarpe infangate, il bambino si stiracchiò un poco, stendendo le braccia verso l' alto, con gli occhi verso il cielo chiusi, respirando a pieni polmoni un aria più sana di quella delle palude.
Il fumo della cittadella lì sembrava essere assente, tutto ciò che era accaduto nel villaggio, i non-morti, le guardi e la gente morente sembrava un eco, eppure nel piccolo ladro, restava in testa la figura della negromante, che era sparita nel nulla.
A quanto avevano detto quegli altri due, la negromante aveva detto che tutto quello era un diversivo, in realtà mirava ad altro.
Peccato non aver potuto conoscerla, se solo...Ma i suoi pensieri vennero interrotti da un acuto fischio, come qualcosa che vibrava nell' aria, un suono come quando fai volteggiare un bastone nell' aria, fendendola, e il bambino riconosceva quel suono, era inconfondibile, e aprendo gli occhi, con la testa ancora verso l' alto, vide piombargli addosso in picchiata il suo amico Niru, il cucciolo di drago d' ottone.
"
Rekkiiiiiiiiiiiiiiiii !!!!!!!!!!!!!!! Ti ho trovato, ti ho certato lungo tutto il perimetro della palude, ma non ti vedevo, volevo entrare, ma c' era una puzza insopportabile, sai che c'è una storia molto strana sull' odore di questa palude, proprio poco fa, mentre volavo per portarti questo foglio -e porse una delle zampette, da cui sporgeva un foglio appallottolato e mezzo bruciacchiato-
mi è proprio venuta in mente, ma poi ho pensato che in mez....umpf!" il drago infatti non riuscì a terminare il suo racconto, visto che il ragazzino, ormai caduto tragicamente a terra, aveva afferrato il foglio appallottolato e aveva cappato la bocca del cucciolo con la mano libera. Si stava concentrando su quanto scritto in quel breve annuncio.
Era della negromante!Niru smise di ribellarsi alla mano che gli stringeva il nuso, mentre vedeva il sorriso apparire sul volto del suo amico, che allentò la presa e lo lasciò libero di parlare.
"
Pensavo ti avrebbe fatto piacere averlo, volevi tanto conoscerla la negromante, e credo sia lei, io non so leggere, ma una signora prima me lo ha letto e te l' ho portato subito" disse, guardando mentre l' halfling si rialzava in piedi, gli occhi ancora puntati sul foglio, divorando le righe in gran velocità.
"
Il termine scadrà fra poche ore, mi devo sbrigare ad andare al luogo d' incotro. Voglio essere lì!" disse con tono allegro e tonante, mentre gettava la carta a terra, ripetendosi nella mente quelle poche righe ormai imparate a memoria.
Il draghetto, poggiato con le zampe a terra, lo guardava con sguado preoccupato e lo seguì appena cominciò a camminare verso il boschetto indicato dalla mappa della missione.
Reks se ne accorse e bloccandosi di colpo, si voltò verso il cucciolo, con la mano davanti a lui, che andò a scontrarsi contro la sua testolina.
"
No, tu non puoi venire, sei troppo piccolo!" e incrociò le braccia al petto, con aria seria.
Il drago allora cominciò a ringhiare piano, acquattandosi con aria minacciosa e ruggì: "
No, io vengo! Non sono piccolo! Siamo alti uguali!" e si sarebbe alzato con il busto, con aria di sfida, per dimostrare che sul fatto dell' altezza aveva ragione, ma Reks scosse il capo deciso: "
No Niru, non puoi venire, può essere pericolo, queste sono missioni serie, non come i nostri furti o le risse per strada. Voglio conoscere la negromante, e avere una fetta di gloria nel caso trionferà, ma se dovessi soccombere, almeno tu starai bene, e a casa..." e sorrise, seppur con un velo di tristezza, sospirando ad occhi chiuse e ciondolando le braccia ai lati del corpo, voltandosi di nuovo e cominciando a camminare.
Il draghetto rimase fermo, guardando il suo fratellino che si allontanava, rimpiangendo di avergli portato quel maledetto foglio: "
Rekki, le persone da dove vai sono cattive?" disse con un filo di voce, ma sicuro che l' altro lo sentisse, infatti l' halfling, fermandosi, lo guardò con la coda dell' occhi, accennando col capo: "
Si, sono cattive, ma io non sono cattivo come loro, io voglio solo stare con chi ci può aiutare a stare bene. Lo sai come la penso no? -e si voltò completamente verso di lui-
Io sono amico di chi ci può aiutare, la negromante è una carta vincente credo, e poi, anche se perde possiamo scappare, mi sono sempre chiesto come è il resto del mondo..." e ritornò a grandi passi verso il cucciolo, afferrandolo da sotto le zampe anteriori e sollevandolo in aria: "
Dai, comunque vada, noi saremo tra i vincitori e staremo bene, noi O' Rogue siamo furbi, no?". E Niru, rincuorato, sorrise e fece segno di si con la testa.
Pochi attimi dopo, i due erano in corsa (e l' altro in volo) verso il luogo d' incontro, e ormai arrivati, il cucciolo si abbassò planando sulla testa del bambino, e dopo avergli strappato la promessa di ritornare sano e salvo a casa, spiccò il volo, verso la foresta, visto che sarebbe stata più sicura di Ringmont City, teatro di quella battaglia.
Reks avanzò nel piccolo bosco, dove ogni rumore era attutito da un fastidioso silenzio, e giunto quasi al centro, cominciò a sentire strani rumori, come se ci fosse qualcuno.
Si appiattì del denso sottobosco, strisciando fra i cespugli, e lì intravide una figura, che scendeva dall' alto e si fermava in uno spiazzo libero dal fogliame verde.
Reks era fermo a scrutarlo, non gli sembrava di conoscerlo, ma doveva essere uno per la missione, dagli abiti sporchi di sangue che indossava.
Uhm... Cosa fare?Il primo istinto dell' halfling gli diceva di (fuggire) restare nascosto fino a che non appariva qualcun altro, ma il tempo era poco, la missione era incombente e poteva benissimo difendersi da chiunque, o almeno lo sperava.
Così uscì dal suo nascondiglio e sarebbe apparso proprio di fronte al ragazzo dai capelli argentati, che dalle orecchie a punta che aveva ai lati della testa, era sicuramente un elfo.
Come potersi presentare? O forse meglio non dire nulla?
Gli abiti imbrattati di liquido vermiglio lo spaventavano non poco, ma non poteva ritirarsi perché il tizio con cui doveva lavorare era un pò strambo, così avrebbe semplicemente chinato un pò la testa in avanti, senza staccare gli occhi dall' elfo, rivolgendogli un secco: "
Piacere, mi chiamo Reks, e sono qui per la missione", non avrebbe aggiunto alto. Uno perché temeva di trovarsi di fronte a un pazzo, due perchè temeva che il pazzo oltre a essere pazzo non era nemmeno lì per il suo stesso motivo.
Respirò a fondo, alzandosi dal suo leggero inchino, e se quello avesse risposto o meno, non avrebbe reagito, limitandosi ad apprendere il suo nome e poi sedersi a terra, aspettando il mandante.
Sarebbe venuta la negromante in persona? Oppure uno dei suoi scagnozzi? Uno scheletro era abbastanza intelligente per guidarli e dare loro gli ordini?
Sogghignò ricordando quello che aveva ucciso solo qualche ora prima, ma distolse in fretta quel pensiero, guardandosi attorno per scorgere qualcuno, con le gambe incrociate, mentre con le mani giocherellava con due ciuffi d' erba, intrecciandoli con maestria in una sottilissima treccia.