Il giovane arciere dopo un breve augurio, aveva iniziato a bere avidamente dalla piccola ampolla che aveva preso, mentre la ragazza, con la sua tra le mani e l' altra al sicuro sotto le sue vesti, si apprestò a fare lo stesso appena dopo di lui.
La pozione le scese lentamente in gola, ma fino a che non deglutì anche l' ultima goccia, non avvertì nulla. Poi accadde improvvisamente.
La testa cominciò a dolerle, la vista le calò improvvisamente, ogni cosa attorno assunse contorni sfocati, mentre una continua pulsazione nelle vene le annunciava che l' effetto del magico liquido stava per compiersi.
Millicenth strinse i pugni, cercando di non tradire con lo sguardo lo sgomento che si era impossessato di lei, non sopportava di sentirsi debole, ma dopo un attimo sembrò cessare tutto quanto, ed ebbe così il coraggio di socchiudere gli occhi, eppure, era sempre in quella stanza polverosa e piena di tele incomplete.
Qualcosa però, stava cambiando nel quadro, quello che prima era uno splendido paesaggio, si stava ora tramutando davanti agli occhi allibiti dell’ ex elfa: la tela cominciava a cambiare forma e contorni, mentre il prato si tramutava in forme grigiastre, sempre più solide e dalla strana consistenza, che sembravano...
Pietre?Si, erano tante pietre che cominciarono ad affiancarsi una dopo l' altra, in un cerchio che si estendeva per la profondità del quadro, ma seguendo la direzione del cavalletto inclinato.
La bella Millicenth, si trovò così davanti a uno spettacolo assurdo, un pozzo d' acqua nera come la pece, che era in orizzontale, ma l' acqua non arrivava fino a lei, no, restava laggiù, trattenuta da qualche forza di gravità bislacca e fuori da ogni regola.
Una strana repulsione s’ impadronì di lei a quello spettacolo, non esisteva alcuna legge naturale che permettesse una cosa simile all' interno di una stanza!
Eppure, nonostante la repulsione, le dita della ragazza si avvicinarono sempre di più al bordo di pietre umide, come se quelle superfici lambissero il suo essere, e un secondo dopo, uno strano bagliore apparve sul fondo di quell' acqua oscura.
La strana luce non le doleva agli occhi, ma l' attraeva e la terrorizzava al contempo. Sembrava il riflesso dell' amata luna, racchiuso in quelle acque torbide, e la chiamava.
Non poté fare nulla. Appena le sue dita si allungarono verso quella minuscola luce, si sentì trascinare nelle profondità. E cadde, mentre braccia magiche l' avvinghiavano e la portavano verso l' acqua, che l' accoglieva e la trasportava sempre più giù.
Chiuse gli occhi, cercando di scacciare via quelle immagini, ma d' istinto li riaprì, quando avvertì il fondo del baratro, ma sembrava... erba?
Aprì lentamente prima un occhio, poi l' altro, mentre constatava che non era più nel pozzo, ma nel paesaggio del quadro meraviglioso. I segni delle pennellate distinguevano ogni filo d' erba e l’ azzurro del cielo, ma la luce sopra di lei, non le doleva affatto e sulla sua pelle non vi era alcun segno di quella magica acqua maligna di poco prima.
Alzò lo sguardo verso l’ alto, sopra quel sole di colore, meravigliata nel poterlo guardare mentre la pelle non gli doleva affatto. Le si strinse il cuore mentre gli occhi le diventavano lucidi per lo stupore di quella sensazione così strana… Nella sua vita, prima nelle profondità di Dosterrazan, e poi nel buio delle notti del mondo in superficie, mai aveva potuto vivere tra i raggi del sole senza che un dolore fisico le ricordasse la sua vera entità. Ora però non avvertiva nulla, anche se era una mera illusione di un quadro incantato.
Una nuvola sola gettava piccole ombre leggere tutt' attorno, ma non un solo filo di vento scompigliava la chioma della ragazza o il prato fresco e la luce dell’ astro non gettava la sua silhouette sul terreno.
Ovviamente, non sono un’ entità del dipinto, quindi non posso avere ombra.Ragionò, ricordando cosa era giunta a fare in quel luogo, e gettò uno sguardo verso Logan, e si sarebbe limitata a costatare che stesse bene senza proferire parola, poi udì un urlo grottesco, in lontananza: la creatura che aveva visto rappresentata sulla tela in precedenza, ora si palesava ai suoi occhi in tutta la sua furia, e con le sue armi, si diresse in una selvaggia carica verso di lei.
Era armato di pugnale e machete, e stava usando quest’ ultimo verso di lei.
La ragazza non perse tempo, slacciò il filo di cuoio che le permetteva di portare la sua arma in spalla e la impugnò saldamente con entrambe le mani, mentre evitava il fendente che giunse dall’ alto verso di lei spostandosi leggermente di lato, sulla sua sinistra.
Il fendente era una mossa potente, ma lasciava la guardia del nemico scoperta, e Millicenth ne avrebbe approfittato, utilizzando la lama sinistra della sua spada doppia per colpire di taglio il fianco scoperto della creatura, tentando di eseguire un colpo orizzontale da sinistra verso destra, sfruttando quindi anche lo slancio dato dal suo spostamento e permettendo con la rotazione dello spostamento, di non ritrovarsi con il fianco a sua volta scoperto, ma protetto sempre dalla lama sinistra di Alfirest, fino a che il suo movimento, data la carica del nemico in avanti, l’ avrebbe portata alle sue spalle, pronta per la successiva offensiva.
Se invece la creatura l’ avesse contrastata in qualche modo, la sua spada era sempre pronta per una difensiva di emergenza.
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CITAZIONE
Status Fisico: Indenne
Status Mentale: Pronta al combattimento
ESP: 6/6
Equipaggiamento:CITAZIONE
Alfirest, Doppia lama elfica
[Arma esotica, taglia media, raggio corto, da mischia, a una o due mani, tipologia tagliente]
Arma esotica di ottima fattura, che la vampira si fece forgiare nella sua antica patria dopo essere divenuta vampira. Consiste in una spada doppia lama, estratta da un singolo blocco di cristallo nero. Il cristallo nero è un materiale sacro per gli elfi drow e le creature legate al mondo sotterraneo, e Millicenth, essendo originaria di Dosterrazan, può utilizzare quest' arma al meglio, come fosse un prolungamento del suo braccio e un catalizzatore della sua forza magica.
Le due lame sono lunghe circa 55 cm ciascuna, con l' impugnatura centrale (comprese le due else elaborate, lunghe 6 cm ciascuna) di 40 cm, è quindi impugnabile a una o a due mani.
Il punto più largo della lama è di circa 5 cm, con ambo i lati taglienti. Nel totale l' intera arma è alta circa 1,50 m, ma grazie al prezioso materiale di cui è composta, rimane un arma molto leggera nel peso e agile all' utilizzo.
Abilità Razziale:+5% Forza Magica (Notte)
-5% Forza Magica (Giorno)
Morso vampiro
Dolore da luce solare (non presente al momento)
Abilità Innate:CITAZIONE
Brame d' Oscurità -Abilità di Manipolazione dell' Oscurità
I propositi di vendetta della Vampira sono stati talmente forti dentro di lei che sono diventati una forza magica in grado di piegare a suo volere l' oscurità attorno a lei, o anche di originarla nel palmo della mano e piegarla in qualsiasi forma ella desideri.
La manipolazione dell' oscurità già presente in zona si limita all' assorbimento di essa o al suo spostamento. Se quindi si trova in una stanza avvolta nel buio, può "spostare" l' oscurità immediatamente vicino a lei (pochi raggi di distanza) per permetterle di vedere così cosa si cela tra di esse.
Per originarla invece, la ragazza potrà limitarsi ad originare un piccolo scudo, del diametro di 60 cm o poco meno, che di solito evoca sul suo capo durante il giorno, come se fosse un parasole e proteggersi così dai fastidiosi raggi dell' astro dominante.
L' oscurità manipolata o generata con l' abilità non può essere utilizzata per attaccare i nemici, ma è solo un sistema di supporto sia in lotta che fuori d' essa.
Tecniche Usate: //
Note: Ora, essendo giorno, ma il sole non mi fa male, non ho i danni dalla luce, ma resto comunque con il -5% di forza magica dato dal giorno?