Attacco D'Arte

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Xx_Ultima_Angelo_xX
view post Posted on 18/4/2012, 23:14




Millicenth Entheri


L' aria satura di odori nauseabondi salutò la figura ammantata di nero e bianco che silenziosa scivolava tra le vie del villaggio, fino alla più infima delle periferie, dove strada vuote e piene d' echi sottolineavano i passi leggeri della creatura della notte, così nervosa e inorridita alla vista dell' astro dominante, che brillava sul suo capo, affaticando la Fata Crepuscolare.
Maledizione, la prima missione che scelgo di intraprendere per dei miserabili mortali si svolge in pieno giorno! Non poteva esserci di meglio?! Maledizione!
Tuonò nella sua mente la bella Millicenth, mentre lanciava un’ occhiata a destra e a sinistra, analizzando le casupole abbandonate che si ergevano tra i vicoli come fantasmi di epoche perdute.
Aveva scelto a caso tra le miriade di annunci di carta sulla bacheca di quello stesso villaggio, curiosa di sperimentare la vita del mercenario: una persona che sceglie di dare le proprie capacità in prestito a chi non ne aveva per portare a termine dei compiti speciali.
Da druida non aveva mai fatto cose del genere, figuriamoci da nobile di Dosterrazan, ma ora la sua nuova esistenza le permetteva certe esperienze, e lei non voleva perdersene nessuna.
Temendo però di incappare in cose troppo pericolose che l' avrebbero potuta ferire, aveva scelto la missione che le era parsa più semplice e al contempo divertente. Assistere un certo tizio che doveva farsi dare dei soldi da un artista.
Le era sembrata una missione che l’ avrebbe svagate, magari avrebbe potuto sperimentare qualche tortura, non aveva trovato il minimo dubbio ad accettare, ma si ricredeva ora, mentre camminava lungo quelle vie assolate e vuote.
La vampira continuava a lamentarsi contro quel maledetto sole che brillava su di lei, e ringraziò il suo potere sull' oscurità, che le permetteva di proteggersi.
Infatti sopra la bella figura della giovane vi era un piccolo scudo nero come la pece, simile a una nube tremolante colma d' oscurità, che proiettava una violenta ombra sull' intero suo corpo, proteggendola da quei maledetti raggi, che altrimenti l' avrebbero ferita.
Con quei pensieri che ronzavano nella mente, giunse così davanti a una misera capanna di legno, ancor più malridotta delle altre a guardarla bene, ma era senza dubbio quello il punto di ritrovo, e lì l' ex elfa terrena si pose in attesa.
Poggiò la schiena abbandonandola sul legno della facciata che dava sulla strada, mentre con le mani si divertiva a stendere le ciocche di capelli, color arancio, a una a una, in attesa degli altri mercenari che sarebbero stati suoi compagni di missione, e il mandante.
Chissà perché per una cosa così semplice quell' uomo aveva richiesto due persone, era così difficile il compito da svolgere?
Millicenth sospirò gravemente, socchiudendo gli occhi e fissando poi le sue mani, il cui lieve bagliore azzurro contrastava sul color sabbia del terreno sotto i suoi piedi. Sorrise fra sé.
Com’ era bella anche in quella miseria, anzi, tra tutta quella desolazione, si sentiva come una rosa nel deserto, una scintilla meravigliosa nella notte. La sua bellezza aumentava solamente in un luogo del genere.
Alzò la testa con superbia e spavalderia, pronta a fissare con i suoi occhi cremisi chiunque fosse giunto, giudicandolo dall' alto al basso e giudicandolo fra sé.
Niente e nessuno è più bello di me. Né qui, né da nessun’ altra parte. Sono una dea...
Sogghignò.
Narrato
Pensato
"Parlato"
 
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view post Posted on 19/4/2012, 16:14
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Il sole splendeva su Despair Village, le strade erano mediamente affollate più vicino al centro, ma allontanandosi sempre più da quella zona, per dirigersi al luogo stabilito dal mandante di quel lavoro, più le strade si facevano desolate e più le abitazione intorno si facevano squallide. Logan Lohen però di questo non si preoccupava, durante i suoi viaggi come mercenario e anche come semplice ragazzo aveva visto luoghi in condizioni peggiori. Avvolto nel suo mantello grigio scuro, con solamente il volto scoperto, e i capelli rossicci all’aria il giovane arciere camminava con lunghi passi verso la sua meta. Gli anfibi neri si alzavano e sollevavano abbastanza velocemente, sempre allo stesso ritmo, sollevando nuvolette di polvere da quella strada così logora, che finivano per sporcare la parte inferiore degli stretti pantaloni neri. Infine dopo qualche noiosa ricerca, Logan riuscì a trovare il luogo dell’incontro, che era davanti ad un catapecchia mal ridotta, quasi peggio rispetto a quelle circostanti. Oltre alle indicazioni ricevute dal mandante era stato facile per il giovane dai capelli rossicci dedurre che quello fosse il luogo dell’incontro grazie ad una presenza fuori luogo in tutto quel marciume. Infatti sulla facciata di quella vecchia capanna di legno era appoggiata una bellissima elfa, o almeno così appariva a Logan, dai capelli rossi di una tonalità molto simile a quella dell’arciere, attorniata da una scura ombra che da quella distanza non gli permetteva di vederne chiaramente i lineamenti, ma da quanto il giovane arciere riusciva a scorgere era di gran lunga una bella donna. Avvicinandosi sempre di più riuscì a vederne più nitidamente i lineamenti. Aveva delle forme morbide, un corpo snello ed era di poco più bassa di lui, da quanto riusciva a scorgere attraverso quell’ombra non dimostrava di avere più di diciannove anni, ma si sa sull’età degli elfi non si può mai esseri sicuri. Logan decise di avvicinarsi alla facciata della capanna dove questa poggiava la schiena, ma tenendosi a debita distanza, per non suscitare panico nell’elfa. «Buon Giorno, per caso lei è qui per svolgere un incarico?» chiese alla fanciulla elfica, attendo una riposta affermativa sorrise gentilmente e si passò una mano fra i capelli, ad una risposta avrebbe ripreso il dialogo, al silenzio avrebbe risposto con la medesima carta, attendendo poi l’arrivo del mandante di quella missione apparentemente semplice.


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Note: Spero di aver interpretato in modo giusto l'ombra che ripara Millicenth dai raggi del sole
 
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view post Posted on 19/4/2012, 22:09
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Narrato
Pensato
-Parlato-

Una gradevolissima giornata in Despair Village, gli uccellini cinguettano e i fiori sbocciano. Ma non ovunque, c'è sempre un quartiere in cui gli uccelli sono più simili ad avvoltoi e non cinguettano allegri, i fiori che sbocciano sono erbacce e muffa fra le mattonelle rotte e le pozzanghere causate da tombini mal funzionanti.
Nel malinconico silenzio della strada, si sente un rumore di tacchi. Scarpe lucide di pelle nera con cinghia d'oro. Corte gambette grasse, con un pantalone rosso con righe laterali anch'esse dorate. Una rotonda pancia che ondeggia su e giù ad ogni passo, chiusa in una camicia bianca chiusa con tanto di sbuffo sulle maniche lunghe, un gilè rosso con righe dorate sul petto. Le strette spalle sono coperte da una piccola mantellina nera che termina poco più su dei polsi. Petto e dita sono adornati di anelli brillanti e collane preziose. Un grasso collo esce dalla camicia, seguito da una faccia tonda e smorta. Un naso a becco striminzito e una bocca curva all'ingiù di chi non sorride da anni. Occhi piccoli e neri come i pochi capelli coperti dal rosso cappello con piuma gialla.
Questo caratteristico individuo cammina non curante nella malandata strada, non posa il suo sguardo su nulla. Lui guarda solo ciò che gli può portar profitto.
Nella strada sembra un volto noto, nei vicoli bui bisbigliano nervosi al suo passaggio, persone che si sono ridotte a vivere li a causa sua, persone che hanno dato a lui tutto quello che avevano, in cambio di una fine forse peggiore della morte.

I due mercenari, dopo qualche momento in cui potevano scambiarsi un saluto e i connotati, potevano veder arrivare questo piccolo ometto dallo sguardo malevolo e il naso pronunciato. Sguardo che riconoscendoli come il suo ultimo investimento, si avvicinò giudicandoli in silenzio.
-Siete voi il mio ultimo acquisto?-
disse con voce acida, quasi gracchiando
-SI, ma certo che lo siete, tipi così armati e nutriti non se ne vedono da queste parti- finendo la frase con una risata soffocata. -Fine degli scherzi, lì dentro c'è uno a cui ho prestato molti soldi parecchio tempo fa. Quando sono andato a riscuotere, lui è fuggito, tentando per di più di uccidermi facendo esplodere la casa in cui viveva! Poteva uccidermi quel maledetto! Quella casa, per di più, doveva essere mia! così come quello che conteneva.
Quel maledetto ladruncolo credeva di essermi sfuggito, ma mi ha sottovalutato grandemente. Ora entrate li dentro e lo tirate fuori, ora che non ha nulla, la sua vita mi appartiene, quindi fatelo arrivare al mio cospetto VIVO. Intesi?-.

Se i due mercenari azzardavano domande o altro, l'acido usuraio gli avrebbe ringhiato contro dicendo
-NON VI PAGO PER FARMI DOMANDE! ENTRATE E BASTA!-

Così come tutta la baracca, la porta era in legno, chiusa a chiave, ma facilmente sfondabile.
 
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Xx_Ultima_Angelo_xX
view post Posted on 20/4/2012, 16:24




Millicenth, udì i passi leggeri del suo compagno d' avventura che si avvicinava a lei e alla baracca e alzò appena lo sguardo per guardarlo bene: sperava in qualche strana creatura, un elfo o un vampiro come lei, invece era solo un banalissimo umano ammantato di grigio, il cui corpo era completamente avvolto dall' indumento, lasciando però intravedere il viso dalla pelle chiara e gli occhi di una particolare tonalità tra il grigio e il verde, circondati da scompigliati ciuffi rossicci, così simili nel colore a quello della bella vampira.
Un colore come quello appariva così familiare alla ragazza, che si lasciò sfuggire un sospiro velato di malinconia per colpa di vecchi ricordi che le invasero la mente, ma che svanirono presto, lasciando che le parole dello sconosciuto fossero udite chiaramente dalle sue delicate orecchie.
Millicenth si portò due dita sottili sulle labbra, coprendo un piccolo risolino che le fece tremare le spalle, e gli rispose, con un leggero tono malizioso: "Dipende a quale tipo d’ incarico ti riferisci..." e lo fissò intensamente con i suoi occhi scarlatti, sogghignando e facendo riscivolare la mano lungo il fianco, inerme, mentre poggiava l' altra sulla lama di Alfirest, che pendeva dietro la sua schiena, ondeggiando lievemente a ogni suo movimento.
"Comunque si, sono qui per quella faccenda dell' artista. Mi chiamo Millicenth, molto piacere" aggiunse, con voce più tranquilla di prima, e accompagnò quelle parole con un lieve cenno educato della testa.
Qualche istante dopo però, giunse verso di loro, seguito dagli sguardi nei vicoli, un omino davvero strano, basso e grasso, vestito in maniera pomposa e del tutto inconciliabile con lo scenario attorno a loro.
Se poco prima la vampira si era considerata una rosa nel deserto, riferito a quel luogo e lei, quell' omino sembrava più un sasso colorato di rosso e giallo che cercava di alzarsi da terra.
L' immagine mentale fece sorridere la donna e gli scampò così la prima delle frasi pronunciate da quella sottospecie di omuncolo, che se l' avesse udita, avrebbe sicuramente fatto infuriare l’ irascibile donna.
Millicenth non era l' acquisto di nessuno.
L' uomo con le sue parole successive fece capire loro di essere il mandante e spiegò brevemente cosa dovevano fare.
La vampira assunse un’ espressione incerta all’ udire le parole del signore. Se doveva prendere solo l' anima di quel povero artista, perché doveva pagare degli sconosciuti per farsela portare al suo cospetto? In quel modo, non sarebbero stati più elevati i costi che i guadagni effettivi?
Come sono strane le abitudini degli uomini della superficie...
Pensò distrattamente, ma non poteva fare nulla per cambiarlo e quindi si limitò a fare spallucce senza dire altro e voltarsi verso la porta della baracca da lui indicata.
Incrociò le braccia davanti al petto, volgendosi verso Logan.
Il suo sguardo era chiaro: lasciava a lui l' onore dello sfondamento della porta, lei non aveva la minima intenzione di rovinare le sue vesti o la sua arma per delle stupidaggini superflue alla missione.
Quindi si sarebbe scansata per far sfondare la porta a lui e appena quello avesse compiuto l' azione, avrebbe preteso, con un piccolo colpo di tosse, di entrare lei per prima nell’ angusta casupola.
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CITAZIONE
Note: Perdonate i modi da primadonna di Milly XD

 
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view post Posted on 20/4/2012, 17:06
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«Dipende a quale tipo d’ incarico ti riferisci...» Rispose con tono malizioso l’elfa che si trovava davanti a lui. In quel preciso momento nel vedere l’aspetto di quella fanciulla di origini elfiche, alcune immagini poco consone al luogo in cui era si formarono nella mente del ragazzo, ma queste fantasie furono subito interrotte dalla voce della ragazza «Comunque si, sono qui per quella faccenda dell' artista. Mi chiamo Millicenth, molto piacere» che parlò con calma e facendo un cenno educato con la testa. «Piacere mio, il mio nome è Logan» le rispose il giovane arciere sorridendo. Dopo qualche instante comparve davanti a loro la figura di uomo di piccola statura, decisamente grasso. Da quanti orpelli e gingilli aveva addosso sembrava che fosse caduto in una montagna d’oro e pietre preziose, che gli erano rimaste addosso in malo modo. L’ometto aveva uno sguardo malevolo e il naso pronunciato, avvicinandosi ai due mercenari iniziò a parlare. «Siete voi il mio ultimo acquisto?» disse ridacchiando, ricordando a Logan un grosso maiale compiaciuto. «SI, ma certo che lo siete, tipi così armati e nutriti non se ne vedono da queste parti» continuò ridendo di una risata soffocata. «Fine degli scherzi, lì dentro c'è uno a cui ho prestato molti soldi parecchio tempo fa. Quando sono andato a riscuotere, lui è fuggito, tentando per di più di uccidermi facendo esplodere la casa in cui viveva! Poteva uccidermi quel maledetto! Quella casa, per di più, doveva essere mia! così come quello che conteneva. Quel maledetto ladruncolo credeva di essermi sfuggito, ma mi ha sottovalutato grandemente. Ora entrate li dentro e lo tirate fuori, ora che non ha nulla, la sua vita mi appartiene, quindi fatelo arrivare al mio cospetto VIVO. Intesi?» Così terminò di illustrare il compito dei due mercenari. Logan fece un cenno d’assenso verso quell’ometto dall’aria così antipatica. Si accorse anche dello sguardo di Millicenth il cui significato non lasciva dubbi. Voleva che fosse il ragazzo a sfondare la porta. Il giovane dai capelli rossicci, guardò la porta di quella vecchia catapecchia, sembrava mal ridotta, era quindi molto probabile che un semplice calcio sarebbe bastato a sfondarla. Prima di agire Logan pensò rapidamente alle parole del loro committente. Aveva nominato un esplosione, ma visto il marciume di quell’abitazione era impensabile che il proprietario si potesse permettere degli ordigni esplosivi, quindi forse era capace di usare la magia? Spero proprio per quel brutto maiale obeso di non saltare per aria. L’arciere in pochi secondi si sarebbe posto davanti al porta malridotta e le avrebbe sferrato un calcio con la gamba destra, sperando di abbatterla, ma sempre all’erta ad ogni singola vibrazione magica nell’aria e pronto ad affrontare un nemico anche fisicamente. Il suo fidato pugnale sarebbe stato facilmente estraibile. Poi se la porta fosse crollata sotto il peso del suo colpo, avrebbe educatamente fatto segno alla sua collega di entrare per prima in quel rudere malconcio.

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Note: Logan non è un maniaco, per interderci XD
 
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view post Posted on 22/4/2012, 17:31
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I due mercenari incontrarono il loro committente, e dopo aver ascoltato le sue istruzioni, cominciarono la missione senza ulteriore indugio.
L'arciere con un poderoso calcio buttò giù la porta, pronto a difendersi in caso di una trappola. Ma nessuna trappola attentò alla vita dei due mercenari. La casa non era molto spaziosa, la porta affacciava direttamente in una stanza colma di tele bianche da dipingere accatastate una sopra all'altra vicino i muri. Il pavimento era piano di macchie di colori, in altri punti della casa c'erano tele dipinte. Una raffigurava un paesaggio montano con un enorme tigre, un'altra un drago azzurro con le ali spiegate su un lago, un'altro invece rappresentava una fanciulla seminuda con piccole ali da pipistrello sulle orecchie e dietro le spalle.
I dipinti erano ben fatti, ma era evidente che l'artista che li aveva fatti doveva fare ancora molta esperienza per aspirare al successo. Al centro della stanza c'era un unico cavalletto con attaccato un dipinto. Accanto al cavalletto c'era uno sgabello con un piccolo cofanetto semi aperto con all'interno tre piccole boccette contenenti un liquido viola brillante. Il cofanetto era poggiato sopra un foglio di carta che a prima vista sembrava una lettera.
La tela sul cavalletto raffigurava un paesaggio di campagna, ricoperto da un manto erboso e cespugli in fiore, al lato si intravede una foresta e al centro un Orkarash con ai suoi piedi la sua ombra, proiettata dal sole nel cielo azzurro con una piccola nuvola bianca. Il quadro è realizzato da una mano talmente esperta che sembra una foto, i dettagli delle foglie e del mostro, ogni singolo petalo e filo d'erba si differenziava dall'altro, formando così un quadro fatto talmente bene che sembrava più reale della realtà stessa.
Se i mercenari osserveranno più attentamente la scatola, noteranno che di quelle boccette potevano essercene almeno altre tre. Ma l'artista non si vede da nessuna parte.

Se i mercenari leggeranno la lettera sotto il cofanetto vi troveranno scritto:
CITAZIONE
Al mio caro amico Prael.
nella scatola che ti ho mandato c'è la pozione che mi avevi commissionato.
Ti chiedo ancora scusa per l'ingente somma che hai dovuto spendere, ma come sai, ne vale la pena.

Ricorda, ogni boccetta equivale a un viaggio, ad ogni viaggio porta con te almeno un'altra dose per poter tornare.

Sono certo che ne farai buon uso,
divertiti e tanti saluti, G.
 
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Xx_Ultima_Angelo_xX
view post Posted on 23/4/2012, 15:22




Logan sfondò con facilità la porta malconcia e educatamente lasciò passare prima la vampira. A quel gesto la donna sorrise soddisfatta, così con passo tranquillo entrò nell' angusta camera, dove però non c' era nessuno a giudicare dal riverbero dei suoi passi sulle pareti celate nella semi-penombra del luogo.
La ragazza guardò di sfuggita attorno a sé, indugiando sul pavimento chiazzato di macchie di colori ormai secchi, e i quadri disposti lungo il muro. Il suo occhio critico guardò con sufficienza quelle opere che ritraevano tutte creature a lei sconosciute, e anche se erano di fattura buona, dubitava che quell’ artista squattrinato potesse già vivere della sua pittura, ne aveva ancora di abilità da apprendere!
Dopo qualche passo, gli occhi rossi della vampira brillarono nello scorgere una tela diversa da tutte le altre, posta al centro della stanza su di un cavalletto al cui fianco vi era uno sgabello occupato da fogli e un cofanetto mezzo aperto.
Vi si avvicinò curiosa, incapace di distogliere lo sguardo dalla tela, i cui dettagli a ogni passo che compieva si vedevano più chiaramente e già da lontano sembravano straordinari per le pennellate, che sembravano aver catturato un pezzo di mondo e rinchiuso nella superficie ruvida della tela, ma un lieve luccichio le fece distogliere lo sguardo da quell’ opera così reale e straordinariamente bella e la lasciò soffermare sugli oggetti sopra lo sgabello.
Uno strano bagliore violaceo era apparso e sparito ai suoi occhi sensibili, guardò verso la custodia e vi poté così notare qualcosa di lucido all’ interno.
La ragazza vi si pose davanti, incuriosita, e sollevò completamente il coperchio con delicatezza e vi scorse tre boccette contenenti un denso liquido viola, il cui vetro riluceva per la luce che entrava dalla porta spalancata.
Lasciò stare le strane boccette e si soffermò poi sul foglio al loro disotto e se Logan l’ avesse seguita, avrebbe afferrato la lettera sotto il cofanetto facendola scivolare fuori, e voltandosi verso di lui, l’ avrebbe posizionata davanti a entrambi, così che avessero modo di leggere contemporaneamente quelle poche righe:
CITAZIONE

Al mio caro amico Prael.
nella scatola che ti ho mandato c'è la pozione che mi avevi commissionato.
Ti chiedo ancora scusa per l'ingente somma che hai dovuto spendere, ma come sai, ne vale la pena.

Ricorda, ogni boccetta equivale a un viaggio, ad ogni viaggio porta con te almeno un'altra dose per poter tornare.

Sono certo che ne farai buon uso,
divertiti e tanti saluti, G.


La fronte della vampira si corrugò leggermente, mentre alternava lo sguardo tra le boccette nel cofanetto, che chiaramente dovevano essere quelle cui si riferiva la lettera, e il quadro.
Senza troppi giri di parole, avrebbe sorriso e sussurrato al suo compagno: “Penso che tu abbia capito che sono queste le pozioni di cui parla la lettera, no? Esistono al mondo molti intrugli che permettono viaggi in altre dimensioni o realtà, e credo che il nostro artista sia voluto partire per un bel viaggetto…” e indicò con la mano libera dalla lettera il quadro, in maniera eloquente.
Poi portò la stessa mano sulle labbra, pensierosa.
La scatola sembrava essere priva di tre pozioni mancanti.
La lettera accennava al fatto che serviva una dose per andare e una per tornare e la giovane dubitava che il misterioso G. avesse donato al suo caro amico Prael un numero dispari d’ intrugli, quindi l’ uomo doveva avere con sé tre dosi, una già usata per andare, una per tornare e chissà, un'altra per precauzione forse…
Millicenth si voltò verso Logan e poi verso la porta o comunque il punto dove doveva trovarsi il committente e bisbigliò all’ arciere, per non farsi sentire dal grassone: “Le pozioni sono tre, e temo siano monodose. Se entriamo, non ci basteranno per il ritorno di entrambi… A meno che l’ artista non abbia con sé una boccetta in più” e si voltò verso il quadro straordinario, sospirando.
Cosa facciamo?” disse con tono in sospeso, aspettando che l’ umano dicesse la sua e cosa ne pensasse della sua logica e delle supposizioni cui si trovavano di fronte.
-----------------------------------------
CITAZIONE
Note: Andiamo ad ammazzare Orkarash dentro i quadri! XD

 
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view post Posted on 23/4/2012, 17:21
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Dopo quel gesto di cortesia la fanciulla di origine elfica sorrise al giovane arciere, ed entrò per prima in quella catapecchia. L’interno dell’abitazione non era molto ampio, la porta affacciava direttamente in una stanza colma di tele bianche da dipingere accatastate una sopra all'altra vicino i muri. Il pavimento era macchiato in vari punti da tinture di diversi colori. Per tutta la stanza c’erano tele già dipinte, Logan non aveva l’occhio critico dell’artista, ma non era del tutto indifferente alla bellezza di quei dipinti, non erano dei capolavori, ma probabilmente qualcuno da qualche parte avrebbe potuto apprezzarli meglio di lui. Millicenth si pose davanti ad un cofanetto, probabilmente attirata da un luccichio che anche l’arciere aveva ben notato, sollevò completamente il coperchio con delicatezza e vi scorse tre boccette contenenti un denso liquido viola, il cui vetro riluceva per la luce che entrava dalla porta spalancata. Logan notò che sotto quelle boccette stava un foglio, lo prese e lo aprì davanti a se in modo che sia lui, sia la collega avrebbe potuto leggerne il contenuto, ma che il loro committente, anche se fosse entrato nella stanza, non avrebbe potuto scorgere quello che stavano facendo, in quanto gli davano le spalle.

CITAZIONE

Al mio caro amico Prael.
nella scatola che ti ho mandato c'è la pozione che mi avevi commissionato.
Ti chiedo ancora scusa per l'ingente somma che hai dovuto spendere, ma come sai, ne vale la pena.

Ricorda, ogni boccetta equivale a un viaggio, ad ogni viaggio porta con te almeno un'altra dose per poter tornare.

Sono certo che ne farai buon uso,
divertiti e tanti saluti, G.


Quelle parole per Logan erano alquanto strane, quelle boccette avrebbero permesso di viaggiare, ma dove? Si chiese il ragazzo dai capelli rossicci. «Penso che tu abbia capito che sono queste le pozioni di cui parla la lettera, no? Esistono al mondo molti intrugli che permettono viaggi in altre dimensioni o realtà, e credo che il nostro artista sia voluto partire per un bel viaggetto…» Disse la fanciulla indicando con un cenno un quadro, che si distingueva dagli altri per il particolare realismo. «Le pozioni sono tre, e temo siano monodose. Se entriamo, non ci basteranno per il ritorno di entrambi… A meno che l’ artista non abbia con sé una boccetta in più». Logan non conosceva l’arte delle pozioni in modo approfondito, ma le parole dell’elfa sembravano avere senso. L’artista per fuggire dai debiti si era rifugiato in uno dei suoi dipinti, un immagine alquanto poetica si trovò a pensare l’arciere. «Cosa facciamo?» Chiese Millincenth con un sospiro. Senza farsi sentire dal committente dell’incarico disse. «Nel cofanetto sembrano mancarne tre, se ne serve una per andare e una per tornare, deve per forza averne due con se.» Rispose il ragazzo dai capelli rossicci analizzando con attenzione il quadro dal realismo sorprendente in cui probabilmente l’artista era entrato. «Se partiamo in tre, e riusciamo a prenderlo dovremmo tornare in due, non credo che il grassone ci abbia visto leggere questa lettera, quindi non saprà mai che per tornare indietro dovrà berne ancora una dose» Sorridendo fece scivolare sotto il mantello quella lettera. «Se per te non è problema, diremo che hai riconosciuto questa pozione e che ne conosci l’utilizzo»
disse il giovane umano continuando a sorridere.
 
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view post Posted on 23/4/2012, 21:58
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Passo il turno.
Non avete fatto ancora nulla che possa avviare una narrazione, quindi decidete con calma quel che volete fare.
(Il simpatico committente è rimasto fuori dalla porta, e se ipoteticamente lui non torna, a voi chi vi paga? XD)
 
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Xx_Ultima_Angelo_xX
view post Posted on 24/4/2012, 21:50




L' elfa sospirò e strabuzzò per un secondo gli occhi, mentre le supposizioni dell’ arciere uscivano dalle sue labbra in brevi sussurri per non richiamare l’ attenzione del ricco committente, rimasto fuori ad aspettare il loro ritorno.
Si portò la mano davanti agli occhi e guardando di sottecchi il giovane, che si era rivelato più sciocco di quanto pensava, disse in tono secco e freddo: "Il committente ci serve, se vuoi essere pagato per i tuoi servigi, non credi? E non verrà con noi, non credo metterebbe mai a repentaglio la sua vita in un mondo sconosciuto se ci possiamo andare noi autonomamente riportandogli il suo debitore, fidati".
E tornò a guardare verso il quadro, immersa nei suoi ragionamenti, mentre sfiorava con le dita il bordo della tela fantastica: "Quindi c'è sempre la questione che se troviamo l' artista, lui ha il lasciapassare per uno di noi due e per lui stesso durante il ritorno".
Guardò la creatura ritratta, sembrava un mostro, ma Millicenth sapeva poco e nulla dei mostri di superficie, eppure l’ aspetto dell’ Orkarash la mise in guardia, visto che poteva anche non essere una creatura pacifica.
Sospirò, voltandosi quindi verso Logan e verso il contenitore delle magiche pozioni e vi si accostò, prendendone una e avvicinandosela al viso, studiandone il contenuto.
Non sapeva nulla di pozioni del genere in realtà, aveva letto solo poche definizioni generiche al riguardo, ma non dubitò dell' alone di potere che potevano emanare e quindi aprì quella che teneva tra le mani, guardando un ultima volta il ragazzo dai capelli rossicci: "Credo si debba berla, afferrane una anche tu, e vediamo che succede...".
Poi ricordandosi della lettera aggiunse: "Attento però, prendi anche l' altra per il ritorno, se hai un borsello sicuro in cui riporla, altrimenti la terrò io nelle pieghe del mantello. Basta-che-non-la-rompi...", e le ultime parole che pronunciò furono un sibilo di minaccia, visto che non voleva restare o lasciare qualcuno intrappolato in un quadro per la noncuranza di uno sciocco umano.
Quindi se il ragazzo avesse dato retta alla vampira e non avesse aggiunto altro, la donna avrebbe visto a chi insomma toccava tenere la boccetta per il ritorno e dopo aver constatato che era al sicuro, avrebbe portato l' ampolla alle labbra, ma attendendo, guardando di sfuggita il ragazzo, per accertarsi che non facesse brutti tiri.
-----------------------------------------
CITAZIONE
Note: Non rompere la boccetta o Milly ti spezza le gambine XD

 
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view post Posted on 25/4/2012, 10:25
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«Il committente ci serve, se vuoi essere pagato per i tuoi servigi, non credi? E non verrà con noi, non credo metterebbe mai a repentaglio la sua vita in un mondo sconosciuto se ci possiamo andare noi autonomamente riportandogli il suo debitore, fidati» rispose Millicenth tornando a fissare il dipinto davanti a loro. Mentre sfiorava con le dita la tela continuò a parlare «Quindi c'è sempre la questione che se troviamo l' artista, lui ha il lasciapassare per uno di noi due e per lui stesso durante il ritorno» Guardando Logan avvicinò al viso una delle boccette contenente quel misterioso liquido viola. «Credo si debba berla, afferrane una anche tu, e vediamo che succede... » Poi ricordandosi delle parole scritte sulla lettera aggiunse: «Attento però, prendi anche l' altra per il ritorno, se hai un borsello sicuro in cui riporla, altrimenti la terrò io nelle pieghe del mantello. Basta-che-non-la-rompi...» Quelle ultime parole suonarono come un sibilo di minaccia verso il giovane umano. «Tieni pure l’altra boccetta» disse il rossiccio prendendo uno di quei contenitori a sua volta. La fanciulla a quel punto avrebbe preso con se l'altra boccetta. Poi avvicinando alla bocca quella precedemente presa avrebbe continuato a fissare Logan. Quanto sono diffidenti le donne, pensò il ragazzo, che a sua volta avrebbe avvicinato la boccetta alle labbra, «Buon viaggio allora» disse l’arciere, poi ne avrebbe bevuto il contenuto. Facendo così sperava di rassicurare l’elfa e di abbattere la sua diffidenza. Lasciando tenere alla collega la terza boccetta sapeva che in caso di sconfitta, lei avrebbe potuto fuggire, ma lo spirito di cavalleria gli imponeva comunque di preferire la vita di una fanciulla alla sua.


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Note: xD capisco - buona partenza u.u
 
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view post Posted on 26/4/2012, 23:31
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I due mercenari, dopo un breve consulto, decisero di ingerire il liquido contenuto nelle boccette, ignari del "viaggio" che li aspetta.
Non appena le boccette si saranno svuotate fino all'ultima goccia nella bocca di entrambi, il magico fluido scorrerà veloce nel corpo, immettendosi nel flusso sanguino, in pochi attimi raggiungerà ogni parte del corpo.
Entrambi i mercenari dopo pochi secondi si sentiranno le vene delle tempie pulsare, per un attimo la vista annebbiarsi con leggeri giramenti di testa.
Passati quegli attimi decisamente fastidiosi da sopportare, i loro corpi si stabilizzeranno, ma erano ancora in quella stanza sporca e piena di quadri.
Millicenth potrà notare che il quadro sul cavalletto cominciava a cambiare, mutando in una forma circolare. Il bordo somigliava a varie rocce messe una accanto all'altra in forma circolare, mentre il centro venne sommerso da una scurissima acqua, talmente nera da rendere impossibile vedere il fondo. Aveva tutta l'aria di un pozzo, ma posizionato in obliquo, così com'era il quadro, l'acqua non seguiva la forza di gravità, quindi restava normale come se il pozzo fosse dritto.
Nell'acqua nera e tenebrosa, sembra intravedersi un leggero bagliore, che attira e spaventa la giovane. Appena lei allunga la mano per tentare di afferrare quell'oggetto luminoso, cade. Il pozzo come se la risucchiasse all'interno, avvolgendola nelle acque nere, fino a sommergerla.
Logan, invece, dopo essersi ripreso dalla momentanea confusione, potrà notare delle fessure verticali che si aprono sul quadro. La superficie del quadro cominciò a sembrare legnosa, pur mantenendo il disegno originario, mentre l'Orkarash nella figura sembrava osservarlo. Il quadro adesso sembrava composto da delle travi di legno, messe una accanto all'altra, come se fosse la porta di una casa rustica. A destra, tendente verso il centro, fuoruscì una mano scheletrica chiusa a pugno e piegata verso il basso, nell'insieme sembrava la maniglia della porta.
Il ragazzo portando la sua mano in direzione della maniglia, arrivata a una breve distanza, questa animandosi afferra il polso del ragazzo per poi aprirsi verso l'interno, trascinando il ragazzo all'interno della porta, che quando si aprì, divampò in una grossa fiammata che avvolse il mercenario.

Quando riapriranno gli occhi, i due mercenari saranno in una vasta e verde pianura, i cespugli ai lati e la foresta in fondo, così com'era disegnato nel quadro. Guardando attentamente quello che li circonda, potranno notare le pennellate con la quale sono fatti, tutto è visibilmente fatto di tinture e colori.
Le loro visioni non riportarono nessun danno, la ragazza era ancora asciutta e il ragazzo non presentava segni di bruciature.
Il sole è alto nel cielo, ma la sua presenza non crea danni alla ragazza, e non proietta nemmeno le ombre dei mercenari sull'erba. Non c'è nemmeno un filo di vento e quell'unica nuvola nel cielo è immobile.
Dopo pochi secondi, dedicabili a un consulto o per ammirare il panorama, i mercenari sentiranno un grugnito feroce poco distante, Logan potrà facilmente riconoscerlo come un verso da Orkarash.
Circa a sei metri da lori, infatti, c'è l'immonda creatura dipinta e parecchio rabbiosa, con in mano un rozzo machete e un coltellaccio. Ruggendo questo correrà verso i mercenari, seguito dalla sua ombra, per poi attaccare con un fendente di machete verso Millicenth.

-Orkarash Dipinto
Fisico: indenne
Psicologico: Rabbioso
ESP: /
Equipaggiamento
-Machete 90cm
-Pugnale 40cm
Abilità
/

Note.
Ho agito con autoconclusiva perchè è l'effetto della schifezza che vi siete bevuti. Naturalmente quel che avete visto prima di entrare nel quadro è del tutto personale, l'altro non ha visto niente di quello che avete visto.
 
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Xx_Ultima_Angelo_xX
view post Posted on 27/4/2012, 20:30




Il giovane arciere dopo un breve augurio, aveva iniziato a bere avidamente dalla piccola ampolla che aveva preso, mentre la ragazza, con la sua tra le mani e l' altra al sicuro sotto le sue vesti, si apprestò a fare lo stesso appena dopo di lui.
La pozione le scese lentamente in gola, ma fino a che non deglutì anche l' ultima goccia, non avvertì nulla. Poi accadde improvvisamente.
La testa cominciò a dolerle, la vista le calò improvvisamente, ogni cosa attorno assunse contorni sfocati, mentre una continua pulsazione nelle vene le annunciava che l' effetto del magico liquido stava per compiersi.
Millicenth strinse i pugni, cercando di non tradire con lo sguardo lo sgomento che si era impossessato di lei, non sopportava di sentirsi debole, ma dopo un attimo sembrò cessare tutto quanto, ed ebbe così il coraggio di socchiudere gli occhi, eppure, era sempre in quella stanza polverosa e piena di tele incomplete.
Qualcosa però, stava cambiando nel quadro, quello che prima era uno splendido paesaggio, si stava ora tramutando davanti agli occhi allibiti dell’ ex elfa: la tela cominciava a cambiare forma e contorni, mentre il prato si tramutava in forme grigiastre, sempre più solide e dalla strana consistenza, che sembravano...
Pietre?
Si, erano tante pietre che cominciarono ad affiancarsi una dopo l' altra, in un cerchio che si estendeva per la profondità del quadro, ma seguendo la direzione del cavalletto inclinato.
La bella Millicenth, si trovò così davanti a uno spettacolo assurdo, un pozzo d' acqua nera come la pece, che era in orizzontale, ma l' acqua non arrivava fino a lei, no, restava laggiù, trattenuta da qualche forza di gravità bislacca e fuori da ogni regola.
Una strana repulsione s’ impadronì di lei a quello spettacolo, non esisteva alcuna legge naturale che permettesse una cosa simile all' interno di una stanza!
Eppure, nonostante la repulsione, le dita della ragazza si avvicinarono sempre di più al bordo di pietre umide, come se quelle superfici lambissero il suo essere, e un secondo dopo, uno strano bagliore apparve sul fondo di quell' acqua oscura.
La strana luce non le doleva agli occhi, ma l' attraeva e la terrorizzava al contempo. Sembrava il riflesso dell' amata luna, racchiuso in quelle acque torbide, e la chiamava.
Non poté fare nulla. Appena le sue dita si allungarono verso quella minuscola luce, si sentì trascinare nelle profondità. E cadde, mentre braccia magiche l' avvinghiavano e la portavano verso l' acqua, che l' accoglieva e la trasportava sempre più giù.
Chiuse gli occhi, cercando di scacciare via quelle immagini, ma d' istinto li riaprì, quando avvertì il fondo del baratro, ma sembrava... erba?
Aprì lentamente prima un occhio, poi l' altro, mentre constatava che non era più nel pozzo, ma nel paesaggio del quadro meraviglioso. I segni delle pennellate distinguevano ogni filo d' erba e l’ azzurro del cielo, ma la luce sopra di lei, non le doleva affatto e sulla sua pelle non vi era alcun segno di quella magica acqua maligna di poco prima.
Alzò lo sguardo verso l’ alto, sopra quel sole di colore, meravigliata nel poterlo guardare mentre la pelle non gli doleva affatto. Le si strinse il cuore mentre gli occhi le diventavano lucidi per lo stupore di quella sensazione così strana… Nella sua vita, prima nelle profondità di Dosterrazan, e poi nel buio delle notti del mondo in superficie, mai aveva potuto vivere tra i raggi del sole senza che un dolore fisico le ricordasse la sua vera entità. Ora però non avvertiva nulla, anche se era una mera illusione di un quadro incantato.
Una nuvola sola gettava piccole ombre leggere tutt' attorno, ma non un solo filo di vento scompigliava la chioma della ragazza o il prato fresco e la luce dell’ astro non gettava la sua silhouette sul terreno.
Ovviamente, non sono un’ entità del dipinto, quindi non posso avere ombra.
Ragionò, ricordando cosa era giunta a fare in quel luogo, e gettò uno sguardo verso Logan, e si sarebbe limitata a costatare che stesse bene senza proferire parola, poi udì un urlo grottesco, in lontananza: la creatura che aveva visto rappresentata sulla tela in precedenza, ora si palesava ai suoi occhi in tutta la sua furia, e con le sue armi, si diresse in una selvaggia carica verso di lei.
Era armato di pugnale e machete, e stava usando quest’ ultimo verso di lei.
La ragazza non perse tempo, slacciò il filo di cuoio che le permetteva di portare la sua arma in spalla e la impugnò saldamente con entrambe le mani, mentre evitava il fendente che giunse dall’ alto verso di lei spostandosi leggermente di lato, sulla sua sinistra.
Il fendente era una mossa potente, ma lasciava la guardia del nemico scoperta, e Millicenth ne avrebbe approfittato, utilizzando la lama sinistra della sua spada doppia per colpire di taglio il fianco scoperto della creatura, tentando di eseguire un colpo orizzontale da sinistra verso destra, sfruttando quindi anche lo slancio dato dal suo spostamento e permettendo con la rotazione dello spostamento, di non ritrovarsi con il fianco a sua volta scoperto, ma protetto sempre dalla lama sinistra di Alfirest, fino a che il suo movimento, data la carica del nemico in avanti, l’ avrebbe portata alle sue spalle, pronta per la successiva offensiva.
Se invece la creatura l’ avesse contrastata in qualche modo, la sua spada era sempre pronta per una difensiva di emergenza.
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CITAZIONE
Status Fisico: Indenne
Status Mentale: Pronta al combattimento
ESP: 6/6
Equipaggiamento:
CITAZIONE
Alfirest, Doppia lama elfica
[Arma esotica, taglia media, raggio corto, da mischia, a una o due mani, tipologia tagliente]

Arma esotica di ottima fattura, che la vampira si fece forgiare nella sua antica patria dopo essere divenuta vampira. Consiste in una spada doppia lama, estratta da un singolo blocco di cristallo nero. Il cristallo nero è un materiale sacro per gli elfi drow e le creature legate al mondo sotterraneo, e Millicenth, essendo originaria di Dosterrazan, può utilizzare quest' arma al meglio, come fosse un prolungamento del suo braccio e un catalizzatore della sua forza magica.
Le due lame sono lunghe circa 55 cm ciascuna, con l' impugnatura centrale (comprese le due else elaborate, lunghe 6 cm ciascuna) di 40 cm, è quindi impugnabile a una o a due mani.
Il punto più largo della lama è di circa 5 cm, con ambo i lati taglienti. Nel totale l' intera arma è alta circa 1,50 m, ma grazie al prezioso materiale di cui è composta, rimane un arma molto leggera nel peso e agile all' utilizzo.

Abilità Razziale:
+5% Forza Magica (Notte)
-5% Forza Magica (Giorno)
Morso vampiro
Dolore da luce solare (non presente al momento)
Abilità Innate:
CITAZIONE
Brame d' Oscurità -Abilità di Manipolazione dell' Oscurità
I propositi di vendetta della Vampira sono stati talmente forti dentro di lei che sono diventati una forza magica in grado di piegare a suo volere l' oscurità attorno a lei, o anche di originarla nel palmo della mano e piegarla in qualsiasi forma ella desideri.
La manipolazione dell' oscurità già presente in zona si limita all' assorbimento di essa o al suo spostamento. Se quindi si trova in una stanza avvolta nel buio, può "spostare" l' oscurità immediatamente vicino a lei (pochi raggi di distanza) per permetterle di vedere così cosa si cela tra di esse.
Per originarla invece, la ragazza potrà limitarsi ad originare un piccolo scudo, del diametro di 60 cm o poco meno, che di solito evoca sul suo capo durante il giorno, come se fosse un parasole e proteggersi così dai fastidiosi raggi dell' astro dominante.
L' oscurità manipolata o generata con l' abilità non può essere utilizzata per attaccare i nemici, ma è solo un sistema di supporto sia in lotta che fuori d' essa.

Tecniche Usate: //
Note: Ora, essendo giorno, ma il sole non mi fa male, non ho i danni dalla luce, ma resto comunque con il -5% di forza magica dato dal giorno?

 
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view post Posted on 28/4/2012, 16:07
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Il magico fluido che Logan aveva bevuto, si diffuse con una rapidità sorprendente in tutto il suo essere. Dei leggeri giramenti di testa afflissero l’umano, mentre la sua vista andava pian piano annebbiandosi, nonostante rimanesse sempre lucido i dettagli della stanza intorno a lui andavano di man in mano affievolendosi. Passati quei brevi attimi di confusione l’arciere riprese completamente la chiarezza della sua vista, e notò che dal quadro dal realismo sorprendente sembravano aprirsi due fessure verticali e contemporaneamente quel dipinto prese un aspetto e una consistenza legnosa, mentre lo sguardo insistente dell’Orkarash sembrava seguire ogni respiro del rossiccio. Riportando l’attenzione sull’intera tela e non solo sul suo raccapricciante soggetto, notò che ora sembrava composta da travi di legno, quasi ad assomigliare alla porta di una casa rustica. Appena l’idea di una porta si affacciò nella mente del ragazzo, sembrò uscire da destra una maniglia, che dall’aspetto sembrava fatta di ossa di qualche strano animale. Logan colto da un istinto che in realtà non gli apparteneva, avvicinò la mano a quella maniglia deforme, che subito a quel gesto rivelò il suo vero aspetto. Una mano scheletrica, che dalle dimensioni sembrava umana. L’ex-maniglia afferrò il polso dell’arciere che si trovò trascinare in contro a quella misteriosa porta che prima era un dipinto. Nonostante provò a fare resistenza quella mano sembrava possedere la forza di cento Spezza Ossa delle Montagne, e infine riuscì a trascinarlo estremamente vicino al legno, improvvisamente la porta si aprì verso l’interno e mostrò un inferno di fiamme divampanti che la sommersero con il loro calore crepitante e insieme a lei anche l’umano in prende all’orrore.

Ripresosi da quella terrificante e mortifera visione Logan si ritrovò in una verde pianura, contornata da cespugli e poco in lontananza si intravedeva una foresta rigogliosa, come si vedeva nel quadro dal quale erano stati inghiottiti, o così pareva all’umano, ancora stranito dalle allucinazioni create dalla pozione violacea. L’aria era immobile, tutto in quel posto sembrava immobile, e aguzzando lo sguardo il mercenario riuscì a notare che sia il sole, sia l’unica nuvola alta nel cielo, erano perfettamente immobili, il prato verde che aveva sotto i piedi sembrava fatto da pennellate di colore. Ormai era certo di essere nel dipinto. Volgendo lo sguardo interra si accorse che ne lui, ne la collega, proiettavano alcuna ombra. Millicenth gettò uno sguardo nella direzione dell’arciere, che lo ricambiò non proferendo alcuna parola. Probabilmente anche la fanciulla di origine elfica aveva subito una visione altrettanto tremenda, se non identica alla sua. Dopo alcuni istanti, Logan udì un feroce grugnito di Orkarash, abbastanza vicino da poter essere una minaccia. Infatti a circa sette metri da loro, c’era l'immonda creatura dipinta e parecchio rabbiosa, con in mano un rozzo machete e un coltellaccio, che ruggì con altrettanta ferocia e si lanciò contro di loro. Logan agì il più rapidamente possibile, ormai era abituato ad agire con estrema velocità per salvaguardare la propria vita. Liberò l’arco dai ganci sulla schiena, incoccò una freccia. Teneva l’arco con la mano sinistra mentre con la destra la freccia. Quando l’essere abominevole si trovava a circa 4 metri da lui scagliò il proprio dardo mirando al ventre di quell’orrore. Sperava di infliggergli un colpo abbastanza doloroso da convincerlo a ritirarsi dallo scontro.


---
Status Fisico: Indenne
Status Psicologico: concentrato
Abilità Innata: Vista al Buio
ESP: 7/7
Equipaggiamento:
Frecce: 91/100
CITAZIONE
Gemini: Una coppia di pugnali gemelli, regalo di suo fratello maggiore, pugnali molto lunghi e affilati, dal filo liscio e dalla lama leggermente ricurva. Sono forgiati entrambi in una lega metallica formata da ferro e bronzo. L’impugnatura è completamente in bronzo con uno zaffiro incastonato. Uno è riposto nella cintura sulla sinistra l’altro nascosto dal mantello e legato tramite un laccio in cuoio al polso destro. Sfortunatamente uno dei dei due è andato perso in battaglia, ne rimane quindi uno solo che tiene legato alla cintura.

CITAZIONE
Aries: Arco in quercia, l’arma preferita da Logan, donatagli da un’elfa che aveva salvato, molto resistente, capace di scagliare frecce anche a grande distanza. Lo porta sulla schiena insieme alla faretra contenente 100 frecce.

 
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view post Posted on 2/5/2012, 13:01
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quel che non ti uccide... POI TORNA

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L'inarrestabile Orkarash nella sua scellerata corsa venne colpito dalla rapida freccia dell'arciere, la punta affondò poco più sotto delle costole a sinistra. Il mostro sembrò sofferente a quel colpo, ma non abbastanza da fermarlo, infatti riuscì a sferrare il colpo con il suo machete. Purtroppo per lui, la ragazza prevedendo i movimenti riuscì a spostarsi in tempo e colpirlo sul lato sinistro con la sua esotica arma. Dalle ferite non fuoriuscì sangue.
Nel momento in cui la lama della ragazza ferì la creatura, qualcosa di inaspettato probabilmente sorprese i due mercenari. L'ombra dell'Orkarash, che in quel momento era a terra, tra il mostro i mercenari, si alzò da terra con un balzo lanciandosi ad armi spianate sul vicino arciere.
L'ombra è in tutto e per tutto identica all'Orkarash, tranne che per la ferita e per il suo colore completamente nero.
L'ombra lanciandosi sull'arciere come una tigre su una gazzella, tenterà di atterrarlo con un placcaggio per poi colpirlo ripetutamente con un coltello.
Mentre nel frattempo l'Orkarash, visibilmente indebolito, tenta di colpire la ragazza con entrambe le sue armi da destra verso sinistra.


-Orkarash Dipinto
Fisico: freccia ventre, taglio profondo sul fianco destro.
Psicologico: Rabbioso
ESP: /
Equipaggiamento
-Machete 90cm
-Pugnale 40cm
Abilità
/

-Ombra Orkarash
Fisico: indenne
Psicologico: Rabbioso
ESP: /
Equipaggiamento
-Machete 90cm
-Pugnale 40cm
Abilità
/

Note.
"Ovviamente, non sono un’ entità del dipinto, quindi non posso avere ombra." ..e anche perchè nessuno te l'ha disegnata ;P
non ve lo aspettavate he xD
Ultima, comunque il malus del giorno resta, ma non essendoci un sole reale non hai danni per i raggi solari.
comunqu
 
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42 replies since 18/4/2012, 23:14   1638 views
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