| Debole. Quanto si sentiva indifeso su quel lettino, e quanto si sentiva confuso. Dov'era? E chi era quella donna che si stava prendendo cura di lui? Bene o male, le cure della donna gli avevano riportato in mente alcune memorie che prima non ricordava; però ancora, e questo preoccupò la donna, non riusciva a muovere il corpo, o, diciamolo meglio, non tutto. Quella dottoressa innominata, allora, dopo un'espressione preoccupata per la lenta guarigione del giovane, evocò un piccolo uccellino verde: assomigliava parecchio ad una piccola fenice e, a rendere le cose più realistiche, c'era il fatto che essa batteva le ali per rimanere sospesa in volo. Stupefatto, fece una singola espressione di meraviglia, terminando in un sorriso a 32 denti; successivamente, la dottoressa prese quella figura magica e la portò al petto di Noah, pigiandogliela contro e facendola penetrare nel corpo. La piccola fenice s'infuse nel corpo malridotto del giovane, e quest'ultimo, dopo qualche secondo, iniziò a sentire una sensazione di calore e di benessere; per secondo, arrivò anche un leggero formicolio, tutt'altro che fastidioso, e che si concentrava soprattutto negli arti. Noah scoprì, con felicità e gioia, che poteva muovere braccia e gambe senza difficoltà, e provò questo facendo dei piccoli movimenti di tutti gli arti, senza farne di troppo bruschi mentre era ancora in via di guarigione. Ma ecco che, dopo un breve gesto interpretato come un "Torno subito!", la donna sparì e chiuse la porta, accompagnando tutto sempre da un sorriso celestiale. Hey ma... Ma quella fenice verde è grandiosa! Facendo conto che sparo solo palle di fuoco, ahahahah, sono bazzecole in confronto a quell'uccellino verde! Potrebbe essere utile, su un campo di battaglia intendo, poter usufruire di tale potere terapeutico. Eppure, non so come, mi pare di essere più attratto dalla magia elementale, anche se è affascinante, sinceramente, quel potere curativo. Quella donna, devo tentare di parlarle, devo almeno ringraziarla per quello che sta facendo. La dottoressa aprì la porta ed entrò con un vassoio pieno di frutta di ogni tipo ed una tazza di té fumante; li appoggiò sul comodino che il mago aveva di fianco, ed accanto a sé, con una rapida occhiata, vide ancora quel libro. Il Libro. Ora che il vassoio era vicino e dopo essersi messo in posizione seduta, grazie all'aver utilizzato le braccia che ora poteva muovere benissimo, distingueva arance, mele e banane, ma soprattutto uva. Tanta, buonissima uva. Facendo un sorriso, si mise a parlare, stavolta con un tono più vigoroso rispetto a quello di prima. -Credo di doverla ringraziare per quello che sta facendo, anche se dei semplici ringraziamenti non possono colmare il fatto che lei mi abbia salvato la vita..- disse il giovane, con calma e tranquillità, abbassando leggermente la testa per poi continuare ..se c'è qualcosa che posso fare, la minima cosa, la prego, accetti i miei servigi-. Si sentiva dentro di dover ripagare quella donna per le attenzioni e le cure ricevute, così da poter compensare quel grosso debito che aveva nei suoi confronti.
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Note: Parlato Pensato Narrato
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